L’APARTITICITA’ DEL COMITATO NO194 E IL RIGETTO DI OGNI TENTATIVO DI STRUMENTALIZZAZIONE

Come noto, il fine unico del nostro comitato è rappresentato dall’abrogazione referendaria della legge 194.

La nostra iniziativa, quindi, è rivolta a chiunque condivida tale fine, esplicitato nel nostro manifesto pubblicato sul sito www.no194.org, attraverso il quale ci si può iscrivere al nostro comitato, ed esposto in dettaglio nel discorso che ho tenuto in apertura del nostro corteo del 11-4-15 a Milano, riprodotto in corrispondenza del link sottostante:

https://www.youtube.com/watch?v=uRl9LozTCO0

E’, peraltro, evidente che l’analisi delle forze che possono o meno aderire, in modo diretto o incidentale, a tale iniziativa e l’assoluto rigetto da parte nostra di ogni pregiudiziale partitica, che ci renderebbe condizionati dal mondo politico e dai suoi veti, più o meno democratici, può costituire il pretesto per strumentalizzare politicamente in senso negativo il comitato.

Ed è altrettanto evidente, che ferma restando l’assoluta apartiticità di quest’ultimo, che non riceve ordini da alcuna formazione e non applica tali pregiudiziali, il problema può sorgere con riferimento alla posizione dello scrivente, che ne è di fatto l’unico fondatore ed il presidente, potendomi essere attribuite determinate posizioni, per poi trasferirle con intuibili finalità sul comitato stesso.

Dopo attenta riflessione ed al fine di sollevare da ogni tensione la nostra organizzazione, quindi, mi trovo costretto a chiarire una volta per tutte quale sia la mia collocazione, senza che ciò implichi alcuna condivisione di essa e degli ideali che ne discendono da parte di uno solo degli iscritti al nostro comitato, che deve ritenersi unito esclusivamente nel fine abrogazionista e referendario.

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La mia posizione è semplicemente quella di un cattolico, consapevole dell’esistenza dell’enciclica “Evangelium Vitae”, pubblicata da Papa Giovanni Paolo II, Santo dal 28-5-2014 e in quanto tale tutt’altro che scomunicato, che fa obbligo al cattolico al punto 73 di operare contro la legalizzazione dell’aborto volontario, esperendo ogni possibile iniziativa lecita in tal senso.

Tale posizione non può che essere radicalmente anticomunista, se è vero che il primo paese che ha legalizzato l’aborto volontario è stato l’Unione Sovietica nel 1921, contaminando come un tumore lo stato liberale in contraddizione con i suoi princìpi di fondo, e se è vero che coerentemente il PCI ha votato la legge 194 nel 1978 ed ha sostenuto attingendo dagli abbondanti finanziamenti provenienti dalla propria madrepatria politica, che aveva i missili puntati sulle nostre teste, la campagna referendaria per il no all’abrogazione della legge nel 1981, invitando caldamente i propri elettori a votare in tal senso.

Qualcuno vorrebbe che sul comitato si piantasse la bandierina dell’antifascismo, inteso tra l’altro estensivamente come anti-destrismo, ma il passaggio non è altrettanto automatico, per quanto quella cultura non sia priva di elementi neopagani.

Sul piano storico e oggettivo, nessuna dittatura fascista ha mai legalizzato l’aborto volontario (né in Italia, né in Spagna, né in Cile, né altrove), il MSI ha votato contro la 194 nel 1978 in parlamento ed ha invitato nel 1981 i propri elettori a esprimersi per l’abrogazione della legge.

Mi considero un cattolico liberale (secondo l’accezione non laica e laicista che a quest’ultimo termine si può attribuire), che ritiene sacro il rispetto dei valori cattolici, della libertà religiosa, economica e politica, contrario ad ogni dittatura e l’anticomunismo radicale è conseguenza naturale proprio dell’essere un cattolico consapevole degli eventi che hanno caratterizzato la storia.

La libertà religiosa, infatti, al pari di quella economica, è stata negata e combattuta da dittature di quel segno politico e non da quelle di diversa ispirazione.

La persecuzione omicida di sacerdoti e suore e la distruzione di luoghi di culto sono state scientificamente praticate dalle squadracce rosse in Italia nel primo e secondo dopoguerra come in tutte le dittature comuniste, mentre gli assai rari comportamenti analoghi imputabili al regime fascista (che ha il merito con il concordato del 1929 di aver dissolto il clima tesissimo tra Stato e Chiesa che durava dal 1861, appena attenuato dal Patto Gentiloni del 1913) sono stati osservati in pregiudizio della libertà politica e non religiosa degli appartenenti al clero ed alle associazioni di area.

Ferma restando la deprecabile e grave comune negazione della libertà politica, che peraltro in democrazia dovrebbe riconoscersi a tutti, senza censure o demonizzazioni ostative alla libera divulgazione del pensiero, in un regime fascista, a differenza di quanto avviene nel vigore di un regime comunista, si è potuto liberamente professare la propria fede e celebrarla in luoghi di culto, così come essere proprietari di fabbricati o terreni, intraprendere professioni di lavoro autonomo, come artigiano, commerciante, imprenditore, professionista.

La dottrina fascista non è anzitutto anticomunista, Mussolini tuonava non contro Stalin ma contro “le democrazie plutocratiche e reazionarie dell’occidente”, il governo sovietico è stato riconosciuto sul piano diplomatico per primo al mondo dal governo fascista italiano:

http://www.uilpadirigentiministeriali.com/attachments/article/2167/I%20rapporti%20italo.pdf

Ancora oggi i bersagli preferiti della destra radicale nazionale sono gli USA, il capitalismo e alcuni princìpi del pensiero liberale.

Al contrario, è il nostro essere cattolici, dal mio punto di vista, che ci impone una netta presa di posizione anticomunista, in quanto significativamente quel regime e quella cultura hanno rappresentato e rappresentano ancora oggi la nostra controparte più aggressiva e militante.

Così come, a mio avviso, il nostro essere cattolici ci impone un forte debito di riconoscenza proprio nei confronti degli Stati Uniti d’America, posizione che nessun neofascista nostrano potrebbe condividere, che rappresentano tra l’altro e secondo dati recentissimi il paese più cristiano e più praticante nel mondo:

http://www.fattisentire.org/modules.php?name=News&file=article&sid=287

E’ grazie all’intervento alleato che si è scongiurata la sostituzione di una dittatura feroce come quella nazista con una addirittura e se possibile peggiore (in quanto totalmente liberticida, responsabile ad oggi di oltre 120 milioni di morti e ben più duratura), non essendo credibile che un’organizzazione al 90% stalinista (ricordo che il PCI ancora nel 1956 si dichiarò a favore dell’invasione sovietica dell’Ungheria) volesse e potesse (visti i rapporti interni di forza) introdurre la democrazia nel nostro paese, analisi del resto dimostrata e documentata in modo inoppugnabile dallo storico di sinistra Gianpaolo Pansa.

Ed è solo grazie all’impegno americano che è stata arrestata e sconfitta la diffusione nel mondo dell’ateismo di stato marxista e che si può contrastare anche militarmente il fondamentalismo del pari militare anticristiano di altre confessioni che tanti stermini hanno causato e causano ai danni di nostri fratelli di fede.

Con Reagan alla presidenza l’ISIS non sarebbe mai nato.

Essere aperti alla collaborazione con tutti coloro che condividono il nostro unico obiettivo non significa condividere “in toto” i loro ideali.

Se poi in Piazza Cordusio a Milano e altrove veniamo contestati da persone che cantano “Bella ciao“ con il pugnetto alzato orgogliosi della paternità sovietica della 194 non posso farci nulla, il cattolico antiabortista nostalgico dell’essere anzitutto antifascista se ne faccia una ragione e, magari, tragga da ciò un motivo di riflessione:

http://www.mi-lorenteggio.com/news/36020

D’altro canto, il non schierarci come comitato su ciò che prescinde dal tema dell’aborto, e quindi anche sulle vicende della guerra civile italiana, ci permette di combattere realmente solo per la tutela della Vita e di non dover giustificare crimini contrastanti con tale tutela come quelli di cui si sono macchiate entrambe le parti, e sottolineo entrambe, allego sotto a mero titolo di esempio e per i meno disincantati la vicenda relativa alla 13nne Giuseppina Ghersi:

http://www.piacenzanight.com/sezione-notizie-articolo.asp?cod=0016278

Così come non posso farci nulla se certi cosiddetti “cattolici democratici” preferiscono lavarsi le mani da novelli Ponzio Pilato di fronte allo sterminio degli innocenti ed alla nostra battaglia finalizzata a far acquisire a queste condotte carattere di reato, esibendosi in analisi spesso supponenti tese a giustificare il loro indifferente atteggiamento.

Analisi, in realtà, che trasudano non solo di superficialità ma non di rado di ignoranza cristallina, smentite dalla storia stessa (ad esempio, l’inammissibilità del referendum e gli effetti peggiorativi sulle legge di una sconfitta, circostanze già escluse dalla conoscenza della consultazione del 1981 e dalle vicende successive ad essa, la 194 è immutata dal 1978).

Noi dobbiamo combattere con chi ci aiuta, nessuno escluso, con lealtà e gratitudine, i supponentini ed i pavidi non ci servono.

Avv. Pietro Guerini – Presidente nazionale comitato NO194 e omonima associazione

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