MARIO ADINOLFI LEADER DEL POPOLO DELLA FAMIGLIA : UN IMPROBABILE CROCIATO TRA NEOCOMUNISMO ANTIVATICANO-OMOSESSUALISTA-ABORTISTA E CATTOCOMUNISMO FILORENZIANO
Il percorso politico del leader e fondatore del Popolo della Famiglia Mario Adinolfi è stato a dir poco tortuoso.
Va premesso che egli, prima di fondare il Pdf, ha altresì fondato nel 2007 l’ultralaicista Pd, discendente del vecchio Pci.
Si legge in un articolo pubblicato da la Repubblica il 30-6-2008, che ne traccia il profilo traendo spunto dagli interventi sul suo blog : Pugno duro sul tavolo in difesa della legge 194; voce alta a salvaguardare i diritti degli omosessuali , richiesta di modifica della legge 30 , sul modello ipotizzato da Tito Boeri; e ancora abolizione di centri di spesa definiti “Inutili” come le Province, ma su un punto Adinolfi non è mai voluto retrocedere di un centimetro: ” Il Pd deve essere un partito laico, che segnali l’impossibilità di ingerenza di qualsivoglia autorità religiosa nelle scelte di una democrazia” (http://www.repubblica.it/2008/06/sezioni/politica/partito-democratico-18/adinolfi-poker/adinolfi-poker.html ) .
Ricordiamo che all’epoca, nel 2008, quando si opponeva all’ingerenza vaticana, il Pontefice era Papa Benedetto XVI.
Nel capitolo terzo del libro intitolato Voglio la Mamma, che avrebbe segnato la sua conversione e che ha riscontrato un certo successo presso il pubblico a cui ora si rivolge, Adinolfi ha ribadito le sue posizioni di difesa della legge 194, sia pur ornando tale giudizio da scontati giudizi sociologico-culturali di censura dell’aborto in sé, che nessuno può certo esaltare come fenomeno positivo in quanto si traduce di fatto nella soppressione dell’essere umano, così esprimendosi testualmente : O si ha un diritto di abortire sempre o non lo si ha mai. Io credo non lo si abbia mai. VA BENE CHE UNA LEGGE CONSENTA DI FARLO, perché davanti a comportamenti sociali ormai invalsi non si risponde con l’oscurantismo della proibizione ricacciando alcune donne nello strazio ulteriore dell’aborto clandestino, ma non parlatemi di diritto. E la 194 applichiamola tutta.”.
Ecco, il link originale:
Coerente nel difendere la 194, oggi in campagna elettorale viene invitato dai suoi a fare marcia indietro e lui, nato nel 1971, al minuto 12 in questo video, in cui mi insulta stizzito, convinto di esercitare un suo diritto e senza rendersi conto di esporsi ad azioni giudiziarie, per aver sottolineato le sue testuali posizioni in materia, afferma di aver raccolto le firme per abrogare quella legge come militante della Dc, del tutto inverosimilmente poiché tale raccolta si è svolta nel 1980, in vista del referendum abrogativo dell’anno successivo, quando egli aveva soli 9 anni:
https://www.facebook.com/mario.adinolfi/videos/10155794523130428/
Su altri temi il crociato pare aver modificato di 360 gradi le sue posizioni sopra riportate, non si oppone più alla cosiddetta ingerenza vaticana e non considera più sacri i tanto proclamati diritti degli omosessuali.
Invero, se sotto il primo profilo è evidente la coerenza con il cambio di rotta del suo partito di prima fondazione, il Pd, che con l’attuale pontificato ha abbandonato la vecchia denuncia dell’ingerenza vaticana sollevata quasi quotidianamente contro Papa Benedetto XVI, anche sulla seconda tematica a ben vedere si giunge a conclusioni analoghe, nonostante la rottura successiva alla sua conversione possa oggi apparire radicale.
Come si sottolinea nell’articolo di cui sotto, infatti, nella prima edizione del suo libro fondamentale dianzi menzionato, al capitolo secondo, egli si dichiarava in linea con il Pd nell’essere favorevole alle unioni civili alla tedesca, modello a cui la Cirinnà si è dichiaratamente ispirata, con un inciso poi scomparso nella seconda edizione, in spregio alla ferma indignazione contro il suo ddl in nome della quale è stato convocato il Family Day al Circo Massimo, evento da cui è nato il partito che egli presiede
www.lanuovabq.it/it/unioni-civili-le-contraddizioni-di-adinolfi
E a conferma che il primo amore non si scorda mai, anche dopo la pubblicazione del testo sopra citato e la nascita del suo quotidiano egli ha espresso la propria stima verso il leader del suo partito di prima fondazione e, più in generale, verso i vertici politico-istituzionali di quel mondo cattocomunista al quale oggi vuole apparire contrapposto.
Adinolfi scrive su “La Croce” che bisogna ringraziare il Signore per il miracolo rappresentato dall’elezione di Mattarella e così esalta appassionatamente lui e Renzi, cercando di convincere il pubblico cattolico dei suoi lettori: «Mattarella è un cattolico e lo è anche il presidente del Consiglio, Matteo Renzi. Attenzione, non si tratta di due cattolici all’acqua di rose, di quelli che dichiarano vaghi riferimenti alla fede e poi affondano in comportamenti pubblici e privati più che discutibili. Stiamo parlando di due cattolici praticanti, da Santa Messa tutte le domeniche, da una moglie sola, non stitici di figli. E stiamo parlando di due popolari, di due figure rilevanti del fu Partito popolare italiano fondato da don Sturzo. Questa duplice matrice è un unicum, mai nella storia italiana si era verificata una condizione del genere sull’asse tra Palazzo Chigi e il Quirinale. (…) Quel che è certo è che in questo 31 gennaio 2015 l’Italia volta pagina e lo fa con due figli di don Sturzo e due cattolici veri nei ruoli di maggior peso» [http://www.lacrocequotidiano.it/articolo/2015/01/31/politica/serviva-un-presidente-cristiano].
Ora, nel video sopra riportato egli si indigna per voci, sulla cui fondatezza davvero non potrei mai esprimermi vista la mia lontananza dai palazzi della politica, secondo le quali ci sarebbe stato in vista di questa campagna elettorale un accordo sottobanco tra Pd e Pdf, i due partiti che ha fondato, che smentirebbe la loro contrapposizione apparente che verrebbe presentata all’opinione pubblica e soprattutto ai suoi potenziali elettori.
Di fatto, illazioni di tale natura non possono essere formulate in radice quando il percorso politico di un leader di partito presenta una sua linearità che in questo caso è davvero arduo poter sostenere, se non in direzione opposta rispetto a quella che egli vuole prospettare negli ultimi tempi.
Adinolfi, all’evidente fine di zittirmi, minaccia querele nei confronti del sottoscritto che, nell’esercizio dei basilari diritti democratici, si limita a riportare suoi passaggi testuali scritti rilevando le incoerenze anche sopra evidenziate, mentre dovrebbe querelare idealmente se stesso per tali incoerenze ed essere consapevole che per un politico la coerenza nelle sue posizioni rappresenta una seconda carta d’identità che fatalmente incide nella valutazione sulla sua affidabilità.
Avv. Pietro Guerini – Presidente nazionale Comitato NO194 e omonima associazione (no194.org)