NUOVO REFERENDUM ABROGATIVO DELLA L. 194 IN MATERIA DI ABORTO : GLI SCONFITTI E RASSEGNATI
Dopo aver analizzato in dettaglio le posizioni delle due correnti più moderate dell’antiabortismo nazionale ( inteso nella riduttiva accezione giornalistica del termine come mera stigmatizzazione della pratica abortiva ) , quindi quelle dei difensori della 194 e dei critici verso la legge , ma relativisti , trattiamo ora la terza corrente , quella degli sconfitti e rassegnati .
Questo orientamento è tipico del Movimento per la Vita , organizzazione che , a differenza dei relativisti , nella centralità della legge ha creduto , tanto da poter vantare la promozione del primo referendum a ciò finalizzato , svoltosi trent’anni fa , sia pur con esito negativo .
Quella sconfitta fu figlia non solo di un clima politico-culturale sfavorevole , ma anche di una serie di errori che rendono anacronistiche certe valutazioni saccenti nei nostri confronti che provengono da alcuni protagonisti diretti di quella esperienza , in quanto già dirigenti all’epoca del MPV .
Anzitutto , gli organizzatori di quella consultazione non riuscirono mai ad affrancarsi ( e forse non lo vollero neppure realmente ) dalla loro immediata identificazione con una formazione politica , sia pur di maggioranza relativa nel paese e caratterizzatasi in parte quanto meno per silenzi , neutralismi , omissioni e distinguo strategici .
Una battaglia come questa deve prescindere dalle sigle di partito , onde scongiurare strumentalizzazioni di sorta destinate a segnarne l’esito in senso negativo , e deve sottrarsi a schieramenti e veti , aprendosi liberamente e a 360 gradi verso tutte le possibilità divulgative .
In secondo luogo , il MPV apparve agli occhi dell’opinione pubblica come un’organizzazione confessionale , protagonista di una diatriba laici-cattolici , destinata per ragioni numeriche ad una inesorabile sconfitta dei secondi .
Un conto è essere credenti , condizione che mi riguarda pienamente , un conto è avvinghiarsi esclusivamente alle proprie convinzioni religiose in mancanza di ulteriori argomenti che possano rafforzare una tesi e ampliare il consenso .
Ci furono , poi , una serie di errori di carattere tecnico , non il più clamoroso dei quali la scelta del trimestre di raccolta delle firme in estate ( del 1980 ) , coinvolgendo così pienamente il periodo in cui gli italiani sono meno presenti sul territorio nazionale e sono più distratti da impegni di ogni tipo ( anche civici e di coscienza ) .
In questo quadro , sembra che abbia assunto un ruolo fondamentale nel consentire il raggiungimento delle 500 000 firme un appello pressoché esplicito di Papa Giovanni Paolo II all’inizio del terzo mese , che con la sua immensa autorevolezza riuscì ad ovviare in modo egregio ad un bimestre introduttivo del tutto negativo .
Nessuno , dunque , ci potrà seriamente contestare di peggiorare gravemente questo curriculum con un’iniziativa che è diretta a ribaltare una situazione disastrosa , non condividendo che ci si crogioli nella sua contemplazione , timorosi di perdere il nulla che si ha ottenuto .
La sconfitta registrata in quella consultazione ha determinato in molti un atteggiamento di rassegnazione , che non è nient’altro che la ratifica della sconfitta medesima , permanente da oltre un trentennio .
Ecco che , ferma restando una valutazione negativa della legge , della quale non s’ignora l’importanza , la via abrogativa ( e referendaria ) viene considerata assolutamente impraticabile , come ribadito dal Vicepresidente del MPV Dott. Giuseppe Anzani solo qualche mese fa , il 4 novembre 2011 , a Firenze al XXXI convegno nazionale dei CAV ( dichiarazione riportata dal quotidiano Avvenire , a pag. 14 del suo numero del giorno successivo ) .
Lo stesso fondatore ed ininterrotto leader del MPV , On. Carlo Casini , ha così espresso la sua posizione , ormai costante da trent’anni , ad esempio in occasione dello stesso evento , svoltosi però a Roma dal 23 al 25 novembre 2007: “ Non cambiamo il nostro giudizio integralmente negativo sulla 194 , ma nonostante questo e nel prioritario interesse di offrire una maggior tutela del diritto alla vita di tutti gli italiani , nati o non nati , siamo disposti a lavorare insieme alle forze politiche ed alle istituzioni per individuare alcuni aspetti che rendano questa legge meno ingiusta e disumana “ .
Nulla a che vedere , quindi , con la sua abrogazione .
Vi è in primo luogo una fiducia nelle forze politiche, non certo clamorosa in un parlamentare europeo (nelle file dell’UDC), nonostante oltre trent’anni di assoluta inattività del potere legislativo sul tema e nonostante lo stesso leader ed omonimo di quel partito Pierferdinando Casini dichiari costantemente che la 194 andrebbe pienamente attuata, con il potenziamento dei consultori familiari.
Inoltre , si auspica espressamente e remissivamente l’individuazione di “ alcuni aspetti “ su cui lavorare “ che rendano quella legge meno ingiusta e disumana “ .
L’intervento ora citato è stato pubblicato il 12-12-2007 e nella pagina successiva della medesima rivista fu riportata un’intervista all’On. Savino Pezzotta dal titolo “ Pezzotta . Il tema della vita è entrato nell’agenda “ .
Sono trascorsi 4 anni, non si è aperto neppure il più includente e furbescamente fumoso dei dibattiti tra i politici sull’argomento , in vista anche solo di una semplice , ipotetica , minima revisione della legge .
La rassegnazione si traduce anche nella diversificazione del proprio impegno in battaglie simboliche e purtroppo del tutto inutili .
Faccio riferimento a quella generica per il riconoscimento nella Carta europea dei diritti fondamentali del concepimento come inizio del diritto alla vita e per l’estensione della capacità giuridica al concepito , intrapresa dal MPV presso l’UE , chiaramente del tutto anacronistica per almeno tre ragioni .
Essa è totalmente ininfluente sul contrario diritto di interrompere volontariamente la gravidanza , se è vero che l’art. 462 c.c. , entrato in vigore nel 1942 , riconosce già la capacità di succedere al concepito che nasca nei 300 giorni successivi al decesso del marito della madre , ma ciò non ha impedito l’entrata in vigore 36 anni dopo della 194 .
Non solo , ma tale battaglia viene combattuta in un ambito ultralaicizzato come quello europeo , il che rende patetiche certe lezioncine vagamente sociologiche su come la società italiana sarebbe inadeguata a recepire un’iniziativa come la nostra , quando il nostro paese rimane uno dei 4-5 più cattolici ( quelli presso cui , di regola , sono in vigore le discipline più restrittive del fenomeno abortivo ) del continente .
Da cui lo scontato rigetto dell’istanza da parte della commissione europea , epilogo naturale delle petizioni , effimere e strumentali per definizione , a differenza del referendum abrogativo , mezzo attraverso il quale il popolo esercita in modo dirompente , efficace ed autosufficiente il proprio potere di democrazia diretta .
Infine , sul piano tecnico , come ribadito anche di recente dalla Corte di Giustizia , gli unici organismi giuridicamente competenti a decidere sulla legalizzazione dell’aborto sono riconducibili agli stati nazionali e non risiedono presso le istituzioni comunitarie .
Questa linea ha , da un lato , distratto e coinvolto una parte del mondo cattolico ufficiale , inconsapevole della radicale inconsistenza ed irritualità dell’azione , e , dall’altro e di contro , indotto numerosi iscritti a quella organizzazione , soprattutto ai CAV che di essa sono ( splendida ) emanazione , ad aderire alla nostra iniziativa neo-referendaria .
Di qui le reazioni scomposte contro il sottoscritto ( alcune delle quali già menzionate nel mio pezzo pubblicato sul web il 31-8-2011 ) e nostri attivisti ( le ultime nel triveneto ) , che esprimono un atteggiamento analogo a quello del bottegaio che apprende l’apertura di un esercizio concorrente a qualche decina di metri dal proprio .
La difesa della vita non è una merce , non rappresenta un’esclusiva di nessuno , chi compie scelte strategico-ideali diverse va rispettato e destinati a fallire sono contraddittori tentativi di fagocitazione ed atti di disturbo ispirati a logiche propagandistiche e di conservazione delle proprie posizioni , tanto più se esercitati verso un’organizzazione in crescita inarrestabile ( al punto di essere la prima italiana nel settore con 7 000 iscrizioni formalizzate in un poco più di un anno ) come la nostra , alla quale invito ad aderire tramite il sito www.no194.org .
Pietro Guerini – Portavoce nazionale No194
Pubblicato il 31-3-2012 su www.pontifex.roma.it