NUOVO REFERENDUM ABROGATIVO DELLA L. 194 IN MATERIA DI ABORTO : LE MARCE , TRA POSITIVA AGGREGAZIONE E ANTIABORTISMO OMEOPATICO

Come già lo scorso anno , si sono tenute a maggio due manifestazioni genericamente definibili come “ pro life “ , riconducibili l’una al Movimento per la Vita , l’altra non al Movimento per la Vita , la prima con un numero di presenti davvero esiguo ( forse un centinaio , secondo quanto attestano le diverse foto riportate sul web ) , la seconda con una partecipazione stimabile grosso modo tra le 10 000 e le 15 000 unità , alla quale ha dato un contributo significativo anche la nostra organizzazione ( nella misura approssimativa di un migliaio di iscritti ) .

Nonostante l’italica tendenza a salire sul carro dei vincitori , ed i numeri in sé esprimono sicuramente un esito positivo della manifestazione , debbo rigettare in modo radicale ogni rivendicazione in questo senso da parte nostra .

Anzitutto , la Marcia per la Vita non è stata da noi ( ben , grazie soprattutto al decisivo apporto di movimenti capitolini ) organizzata , ma da due associazioni che si distinguono chiaramente dalle nostre posizioni , negando la rilevanza che noi attribuiamo alla 194 in tema di aborto , giacché esse propugnano una rivoluzione culturale del paese che prescinde dalla situazione normativa in esso vigente ( come ho ricordato in due miei pezzi pubblicati a fine dicembre e fine febbraio ) .

La nostra presenza , quindi , è stata secondaria , non certo numericamente , ma come ruolo nell’evento , tant’è che anche quest’anno ci è stata negata la partecipazione al dibattito svoltosi a margine della marcia ( il giorno precedente ) .

Una distinzione ben rappresentata dal brand dell’evento : “ Marcia per la Vita “ , sottotitolo “ Chi salva una vita salva il mondo intero “ .

Attenzione , dunque , non è stata organizzata una marcia per l’abrogazione della l. 194 , tanto meno si è specificata la natura referendaria di questo intento .

Il titolo ed il sottotitolo sono talmente generici che ha potuto marciare con noi , abrogazionisti convinti senza se e senza ma , il ben più illustre sindaco di Roma Gianni Alemanno , il quale ha colto l’occasione per dichiarare per l’ennesima volta alla stampa che la legge 194 va integralmente attuata , mediante il potenziamento dei consultori familiari .

Ora , non credo che il primo cittadino capitolino auspichi l’abrogazione di una legge della quale chiede un’integrale applicazione , giacché , in caso contrario , andrebbe sottoposto ad un trattamento sanitario obbligatorio .

Ecco che questo evento , nel momento stesso in cui si configura come senz’altro molto positivo per la sua capacità di aggregare un numero elevato di persone e di far passare un indistinto messaggio “pro life“ presso i media , rivela , in parte inevitabilmente , delle contraddizioni e dei limiti molto profondi , conseguenze inevitabili del suo lodevole carattere ecumenico ed evitabili di una genericità di contenuti che ricorda la Marce per la Pace , che vengono retoricamente e demagogicamente organizzate quando la comunità internazionale decide di intervenire anche ( forse non solo , ma anche ) per scongiurare genocidi di massa di comunità inermi , fatalmente compiuti con modalità che di pacifico non hanno nulla .

Non è un caso che non vi sia stata , nella città di gran lunga più politicizzata del nostro paese , una contromanifestazione degna di questo nome , civile per carità , ma contromanifestazione .

Come si può manifestare contro la Vita ( solo i gruppi satanisti lo potrebbero fare , ma non sono ancora così organizzati da esporsi pubblicamente ) ?

Quando assistevo quindicenne alla tribune per il referendum del 1981 , Bonino ( auguri a chiunque la sfiderà per la corsa al Quirinale , nessuno escluso ) e Pannella cercavano di spiegare che loro non erano a favore dell’aborto , ma del diritto di scelta della donna .

Ed erano sicuramente credibili , se è vero che considerando l’aborto un dramma per la potenziale madre , lo ritenevano un dramma per l’unico soggetto che a loro avviso ha valore , stimando essi il concepito come pari al nulla , anzi ad una linfa .

Come si può considerare favorevolmente un evento che si ritiene drammatico per l’unico soggetto a cui si attribuisce rilievo ?

In effetti , lo scontro è tutto qui : diritto di scelta della donna ( consacrato nella 194 ) o diritto di nascita ( da cui l’abrogazione della 194/78 , che lascerebbe l’aborto volontario ammesso nel solo , sempre più remoto sul piano casistico , caso preesistente alla stessa di pericolo di decesso della madre che porti a termine la gravidanza , già tutelato dalla generale e non con essa abrogabile scriminante di cui all’art. 54 c.p. , in vigore già ben prima del 1978) .

Il resto è aria fritta .

Ecco che la saldatura tra palazzo e protesta si è inequivocabilmente appalesata con la partecipazione alla Marcia di diversi parlamentari , quali l’ex Pd Binetti , Lupi e Gasparri .

Se la legge è del tutto marginale perché il fine è convertire le masse con libri e marce ( linea omeopaticamente priva di controindicazioni per il potere politico , a caccia di voti con prese di posizione generiche e fumose ) , come sostengono gli organizzatori , ben possono essere legittimati a partecipare all’evento coloro che , per quanto componenti , anche di lungo corso , dell’organo legislativo , non hanno depositato neppure un mero disegno di legge al limitato fine di modificare anche marginalmente la normativa vigente .

Non è un caso che se , a seguito della manifestazione dei 15 000 di Roma , nessuno ha nemmeno lontanamente ventilato riforme sia pur minime della 194 , i medesimi effetti ( mancata messa in discussione della disciplina legislativa vigente ) hanno prodotto in questi anni i 35 000 o i 300 000 partecipanti , rispettivamente , di Parigi o di Washington , ad identiche sfilate .

E , ad onor del vero , non ci risulta che ad esse siano seguiti una diminuzione degli aborti o un incremento del volontariato “ pro life “ in quei paesi .

Ecco che , per quanto non nutra una particolare simpatia per il MPV , a seguito dei comportamenti verbalmente antagonisti che suoi esponenti hanno osservato nei nostri riguardi in questo breve periodo di esistenza come organizzazione antiabortista , già di gran lunga la prima come numero di iscritti in Italia , debbo , con onestà intellettuale , pormi l’interrogativo sotto il profilo dei contenuti se sia più significativo essere in quattro gatti a sostenere tesi irrazionali (quali propugnare battaglie generiche rispetto al tema dell’aborto , presso sedi incompetenti in materia e ultralaicizzate come quelle comunitarie , con il ricorso all’inefficacissima forma della petizione) o in 15 000 ad esprimere dieci posizioni diverse prive di un comune obiettivo concreto , essendo l’unico identificabile perseguito solo da una parte ( per giunta ghettizzata , nonostante i quasi 10 000 aderenti in crescita esponenziale ) dei presenti .

Bene hanno fatto , quindi , gli organizzatori ad enfatizzare il numero dei partecipanti , in quanto tale dato costituisce un elemento positivo che comprova la forza aggregante della Marcia , che ha fornito l’occasione per riunire sensibilità diverse , mentre , in tale ottica , ha rappresentato a mio avviso una stonatura il raffronto numerico di nuovo competitivo , come già l’anno scorso , con il convegno del MPV , svoltosi presso la Sala Nervi , in quanto disgregante .

Ma se ci limitiamo ad esaltarci nel fare la conta dei partecipanti ad un evento del tutto informale e privo di effetti concreti , commettiamo lo stesso errore che compiono coloro che scendono in piazza il giorno in cui deve essere approvata una legge che non condividono per cercare di scongiurarne l’entrata in vigore ( come avvenuto , ad esempio , per la riforma Gelmini ) .

Differente , per fortuna è l’approccio ( pacifico , invece che violento ) , uguale è l’irritualità costituzionale , il velleitarismo già in astratto ( a prescindere da ogni analisi sulle possibilità di successo , non avendo la piazza alcuna competenza legislativa ) e , dunque , la totale assenza di senso pratico .

Occorre essere consapevoli che uno scudetto non lo vince la squadra che vanta più tifosi , concetto neppure troppo complesso ( nel nostro caso , peraltro , i tifosi sono sostenitori di squadre diverse e propugnatori di strategie differenti , anzi in parte incompatibili ) , ma la squadra che vince la partita in campo .

Se il prossimo anno a Roma si registrassero 30 milioni di presenze , questo non implicherebbe né la modifica della legge ( con la sua . a mio avviso sin troppo evidente , forza culturale sui cittadini ) , né un calo degli aborti ( che vengono comunque praticati e in concreto avallati da una minoranza della popolazione ) .

La legge può essere abrogata solo per via referendaria ( come noi abbiamo affermato a chiare lettere già nel nostro manifesto , stanti l’assoluta inerzia parlamentare e l’orientamento conservatore della Consulta , confermato in questi giorni ) , facendo giocare al popolo l’unica partita che può costituzionalmente disputare come protagonista , senza relegarlo al ruolo di spettatore ed auspicare ingenuamente l’intervento di istituzioni che si muovono in direzione opposta e che mai accetterebbero di adottare decisioni ( penso al Parlamento ) a forte rischio di impopolarità , come dimostrato da oltre trent’anni a questa parte .

Non solo , ma gli aborti possono calare a seguito di un dibattito culturale di massa che può seguire solo ad una consultazione generale sul tema come quella referendaria e ad un’inversione sempre di carattere culturale sancita dall’abolizione di una legge , fenomeno di portata generale vigente per tutti i cittadini e dunque riguardante per intero la collettività , a differenza dell’esposizione di tesi ad una straesigua minoranza già schierata che legge libri sul tema .

Non possiamo , quindi , limitarci a manifestare genericamente per la Vita , ma dobbiamo lottare concretamente e con la consapevolezza dei mezzi che le istituzioni ci riconoscono , da cui il rinnovato invito ad aderire alla nostra iniziativa neoreferendaria attraverso il sito www.no194.org , per combattere una battaglia potenzialmente efficace , per quanto impegnativa in termini di lavoro di militanza , a difesa del diritto di nascita e contro il tragico fenomeno dell’aborto .

Inebriarsi di cifre suggestive e non agire verso l’obiettivo concreto ( trasformando in tal modo il partecipante a positivi eventi di aggregazione da cifra a protagonista ) significa fare un enorme regalo alla nostra controparte , che difende accanitamente l’attuale situazione normativa ed auspica queste forme di velleitarismo , che , appagando col nulla un loro potenziale avversario , lo rendono del tutto inerme ed inoffensivo .

Di ciò dimostrano di essere perfettamente consapevoli i nostri iscritti ed i tantissimi che ancor più in queste settimane stanno aderendo alla nostra organizzazione , anche esprimendo un dissenso verso le associazioni dalle quali provengono che viene motivato con le argomentazioni sopra esposte .

Pietro Guerini – Portavoce nazionale NO194

 Pubblicato il 28-6-2012 da www.pontifex.roma.it

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