LA PRIMA 9 ORE NAZIONALE DI PREGHIERA DEL COMITATO NO194: CRONACA DI UN SUCCESSO, CON REPLICA A DICEMBRE SEMPRE A BOLOGNA
Si è svolta sabato 13-6-15 a Bologna la nostra prima 9 ore nazionale di preghiera, dopo oltre due anni e mezzo di versioni locali (regionali da due anni) dell’evento, che si svolgono il primo sabato dei mesi dispari dalle 9 alle 18 all’esterno di un ospedale nel quale si praticano aborti.
Il bilancio è esaltante.
1) SIGNIFICATO POLITICO IN SENSO LATO
Quando decisi il 8-12-2014 la versione nazionale della 9 ore optai per la piazza bolognese, al fine di potenziare il nostro comitato nella delicata area tosco-emiliana e in considerazione della sua agevole raggiungibilità.
Naturalmente intuii la particolarità ambientale, ma non conoscendo bene il capoluogo emiliano fu solo un’intuizione, che non posso che valutare positivamente.
Bologna è una strana città, in cui convivono una straordinaria vivacità culturale (degna di un centro nel quale si registra la presenza dell’ateneo più antico del mondo) ed un’atmosfera politica assolutamente superata ed anacronistica.
Abbiamo usufruito della prima, con un totale ad oggi di oltre 200 articoli pubblicati sul web sul nostro evento, anche se naturalmente quasi tutti di segno negativo.
Una negatività, però, non banale, ma fondata spesso sulla ricerca del sapere, della conoscenza dettagliata e approfondita delle posizioni avverse.
L’ideale per presentare un’iniziativa referendaria e per aprire un dibattito sul tema sotteso, quello dell’aborto volontario e della sua legalizzazione.
Quale simbolico estratto allego i seguenti link:
https://www.facebook.com/ariapulitaer (video tv);
http://www.radio24.ilsole24ore.com/programma/24mattino/puntate (radio);
http://video.repubblica.it/edizione/bologna/croci-feti-e-rosari-al-sit-in-degli-antiabortisti/204153/203233 (video web).
Abbiamo fatto i conti con la seconda caratteristica della città felsinea, con aspetti tra il preoccupante e l’esilarante, uscendo vincitori dallo scontro che ne è nato.
In oggettiva violazione degli artt. 17 (diritto di riunione), 19 (diritto alla libera professione anche pubblica della propria fede) e 21 (diritto alla manifestazione del pensiero) della Costituzione, la sinistra cosiddetta moderata ha cercato di impedire il nostro sit-in di preghiera attraverso la richiesta del sindaco del Pd ( partito di cui è segretario l’attuale Presidente del Consiglio!) al prefetto (che ha poi desistito dall’intento, dopo un iniziale consenso) di vietare tutte la manifestazioni tenute all’esterno di chiese , centri di accoglienza e campi rom , sedi dove si possono radunare forze non riconducibili alla sua area politica.
Si veda:
http://bologna.repubblica.it/cronaca/2015/06/01/news/il_pd_contro_gli_antiabortisti-115817559/
Quindi ed al contrario, libertà di manifestazione all’esterno di fabbriche, scuole, banche, case da sgomberare, luoghi istituzionali etc, regni della protesta rossa, per giunta non sempre pacifica, come segnalano le cronache, e quindi passibile di restrizioni per ragioni di ordine pubblico.
La sinistra radicale, ovviamente, in particolare SEL (partito della Presidentessa della Camera, si badi bene !) e Prc, dovendosi distinguere, ha manifestato ufficialmente sui propri siti il proposito di impedire addirittura fisicamente lo svolgimento dell’evento :
http://www.prcbologna.it/2015/05/30/no13giugno/
Il clima di emergenza democratica presente sul territorio, da cui la necessità che abbiamo pubblicamente sottolineato di creare un blocco democratico permanente tra i partiti locali non riconducibili alla storia del vecchio Pci per tutelare l’applicazione dei princìpi generali dell’ordinamento giuridico, non ha impedito però lo svolgimento del nostro sit-in di preghiera.
Lo spostamento dall’area antistante l’ospedale Maggiore ad una piazza centralissima dominata da una splendida Basilica, piazza S. Domenico, ha ridotto solo in parte il significato simbolico della preghiera, che non si è svolta quindi all’esterno di una struttura dove i concepiti vengono soppressi, ma di fronte ad un luogo di culto di assoluto rilievo.
La collocazione centrale ha, anzi, impreziosito l’evento.
Certo, la blindatura dell’area interessata può aver arrecato qualche problema, ma noi avevamo chiesto l’ospedale, sono stati i nostri antagonisti e le forze politiche di supporto che hanno di fatto imposto il nostro spostamento.
Se qualcuno si è sentito danneggiato se ne potrà sempre ricordare alla prossima occasione elettorale.
Per conto nostro non vi era la necessità della presenza di un solo vigile.
2 ) IL PALLOTTOLIERE
Chi è privo della capacità di cogliere il significato di un fatto, come sempre, fa appello alla categorie tipiche dell’uomo primordiale, che, tra un grugnito (il verso è identificato come tale anche per gli scimpanzé, lo sottolineo per gli evoluzionisti) e l’altro, si impressiona solo per la presenza di un numero più o meno alto di persone.
Una tendenza generale a cui non si sottrae affatto il pro life nazionale dei nostri giorni ed i suoi cantori.
Ecco che, ben consci di questa tendenza tribale, qualcuno ha cercato di sminuire il sit-in prodigandosi nel sostenere e documentare che esso sarebbe stato scarsamente partecipato, quando è evidente a chiunque che i conti debbono essere fatti valutando l’affluenza complessiva in un evento nel corso della sua durata complessiva, quindi nella fattispecie delle 9 ore, affluenza che è stata, tra l’altro, ottima, tanto più considerate le condizioni ambientali, e si è pure tradotta in un considerevole incremento dei nostri iscritti locali.
Un referendum su un tema eticamente sensibile come quello in oggetto si vince aprendo e alimentando un dibattito collettivo e individuale (nelle coscienze dei cittadini), non ottenendo il tutto esaurito in un circoscritto ambito spaziale in linea con gli obiettivi di una compagnia teatrale.
Dibattito che nel nostro caso è stato davvero ampio anche nel merito, come a mio avviso merita un’iniziativa che punta al cuore della questione perseguendo un obiettivo concreto e non mira a fare della superficiale demagogia priva di costrutto e prospettive.
Tra l’altro, sto ovviando in queste ore ai problemi di accesso che la blindatura dell’area può aver arrecato anche a qualche nostro iscritto.
Il ritorno per il nostro comitato è stato talmente elevato che l’evento non può che essere confermato tale e quale, per città e durata, per la prossima edizione di dicembre.
Se ci verrà concesso l’Ospedale Maggiore, secondo nostra principale richiesta, bene, altrimenti ci accomoderemo nel salotto cittadino, con grande soddisfazione del sottoscritto, che considera questa come una soluzione sicuramente non secondaria sul piano sostanziale.
Qualunque sarà l’atteggiamento dei nostri antagonisti, in molti sanno ora chi è il comitato no194, a cui ci si può iscrivere attraverso il sito www.no194.org.
Un loro silenzio ci permetterà di parlare senza contraddittorio, una loro reazione ci consentirà di rispondere.
Il ghiaccio è stato definitivamente rotto.
Ringrazio le forze dell’ordine per il servizio prestato e coloro che hanno espresso solidarietà democratica nei nostri confronti, tra cui esponenti politici bolognesi di diverse formazioni, con una citazione particolare per la Curia locale e per Giuliano Ferrara per gli interventi di cui sotto:
http://www.ilfoglio.it/politica/2015/06/03/domando-a-renzi-e-al-pd-siete-blindati-nel-pensiero-unico-abortista___1-v-129446-rubriche_c386.htm
Avv. Pietro Guerini – Presidente nazionale comitato NO194 e omonima associazione
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