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LA PRIMA 9 ORE NAZIONALE DI PREGHIERA DEL COMITATO NO194: CRONACA DI UN SUCCESSO, CON REPLICA A DICEMBRE SEMPRE A BOLOGNA

Si è svolta sabato 13-6-15 a Bologna la nostra prima 9 ore nazionale di preghiera, dopo oltre due anni e mezzo di versioni locali (regionali da due anni) dell’evento, che si svolgono il primo sabato dei mesi dispari dalle 9 alle 18 all’esterno di un ospedale nel quale si praticano aborti.

Il bilancio è esaltante.

1) SIGNIFICATO POLITICO IN SENSO LATO

Quando decisi il 8-12-2014 la versione nazionale della 9 ore optai per la piazza bolognese, al fine di potenziare il nostro comitato nella delicata area tosco-emiliana e in considerazione della sua agevole raggiungibilità.

Naturalmente intuii la particolarità ambientale, ma non conoscendo bene il capoluogo emiliano fu solo un’intuizione, che non posso che valutare positivamente.

Bologna è una strana città, in cui convivono una straordinaria vivacità culturale (degna di un centro nel quale si registra la presenza dell’ateneo più antico del mondo) ed un’atmosfera politica assolutamente superata ed anacronistica.

Abbiamo usufruito della prima, con un totale ad oggi di oltre 200 articoli pubblicati sul web sul nostro evento, anche se naturalmente quasi tutti di segno negativo.

Una negatività, però, non banale, ma fondata spesso sulla ricerca del sapere, della conoscenza dettagliata e approfondita delle posizioni avverse.

L’ideale per presentare un’iniziativa referendaria e per aprire un dibattito sul tema sotteso, quello dell’aborto volontario e della sua legalizzazione.

Quale simbolico estratto allego i seguenti link:

https://www.facebook.com/ariapulitaer   (video tv);

http://www.radio24.ilsole24ore.com/programma/24mattino/puntate (radio);

http://video.repubblica.it/edizione/bologna/croci-feti-e-rosari-al-sit-in-degli-antiabortisti/204153/203233  (video web).

Abbiamo fatto i conti con la seconda caratteristica della città felsinea, con aspetti tra il preoccupante e l’esilarante, uscendo vincitori dallo scontro che ne è nato.

In oggettiva violazione degli artt. 17 (diritto di riunione), 19 (diritto alla libera professione anche pubblica della propria fede) e 21 (diritto alla manifestazione del pensiero) della Costituzione, la sinistra cosiddetta moderata ha cercato di impedire il nostro sit-in di preghiera attraverso la richiesta del sindaco del Pd ( partito di cui è segretario l’attuale Presidente del Consiglio!) al prefetto (che ha poi desistito dall’intento, dopo un iniziale consenso) di vietare tutte la manifestazioni tenute all’esterno di chiese , centri di accoglienza e campi rom , sedi dove si possono radunare forze non riconducibili alla sua area politica.

Si veda:

http://bologna.repubblica.it/cronaca/2015/06/01/news/il_pd_contro_gli_antiabortisti-115817559/

Quindi ed al contrario, libertà di manifestazione all’esterno di fabbriche, scuole, banche, case da sgomberare, luoghi istituzionali etc, regni della protesta rossa, per giunta non sempre pacifica, come segnalano le cronache, e quindi passibile di restrizioni per ragioni di ordine pubblico.

La sinistra radicale, ovviamente, in particolare SEL (partito della Presidentessa della Camera, si badi bene !) e Prc, dovendosi distinguere, ha manifestato ufficialmente sui propri siti il proposito di impedire addirittura fisicamente lo svolgimento dell’evento :

http://www.sel-bologna.com/blog/2015/05/28/legge194-fermate-la-manifestazione-degli-antiabortisti-al-maggiore/

http://www.prcbologna.it/2015/05/30/no13giugno/

Il clima di emergenza democratica presente sul territorio, da cui la necessità che abbiamo pubblicamente sottolineato di creare un blocco democratico permanente tra i partiti locali non riconducibili alla storia del vecchio Pci per tutelare l’applicazione dei princìpi generali dell’ordinamento giuridico, non ha impedito però lo svolgimento del nostro sit-in di preghiera.

Lo spostamento dall’area antistante l’ospedale Maggiore ad una piazza centralissima dominata da una splendida Basilica, piazza S. Domenico, ha ridotto solo in parte il significato simbolico della preghiera, che non si è svolta quindi all’esterno di una struttura dove i concepiti vengono soppressi, ma di fronte ad un luogo di culto di assoluto rilievo.

La collocazione centrale ha, anzi, impreziosito l’evento.

Certo, la blindatura dell’area interessata può aver arrecato qualche problema, ma noi avevamo chiesto l’ospedale, sono stati i nostri antagonisti e le forze politiche di supporto che hanno di fatto imposto il nostro spostamento.

Se qualcuno si è sentito danneggiato se ne potrà sempre ricordare alla prossima occasione elettorale.

Per conto nostro non vi era la necessità della presenza di un solo vigile.

2 ) IL PALLOTTOLIERE

Chi è privo della capacità di cogliere il significato di un fatto, come sempre, fa appello alla categorie tipiche dell’uomo primordiale, che, tra un grugnito (il verso è identificato come tale anche per gli scimpanzé, lo sottolineo per gli evoluzionisti) e l’altro, si impressiona solo per la presenza di un numero più o meno alto di persone.

Una tendenza generale a cui non si sottrae affatto il pro life nazionale dei nostri giorni ed i suoi cantori.

Ecco che, ben consci di questa tendenza tribale, qualcuno ha cercato di sminuire il sit-in prodigandosi nel sostenere e documentare che esso sarebbe stato scarsamente partecipato, quando è evidente a chiunque che i conti debbono essere fatti valutando l’affluenza complessiva in un evento nel corso della sua durata complessiva, quindi nella fattispecie delle 9 ore, affluenza che è stata, tra l’altro, ottima, tanto più considerate le condizioni ambientali, e si è pure tradotta in un considerevole incremento dei nostri iscritti locali.

Un referendum su un tema eticamente sensibile come quello in oggetto si vince aprendo e alimentando un dibattito collettivo e individuale (nelle coscienze dei cittadini), non ottenendo il tutto esaurito in un circoscritto ambito spaziale in linea con gli obiettivi di una compagnia teatrale.

Dibattito che nel nostro caso è stato davvero ampio anche nel merito, come a mio avviso merita un’iniziativa che punta al cuore della questione perseguendo un obiettivo concreto e non mira a fare della superficiale demagogia priva di costrutto e prospettive.

Tra l’altro, sto ovviando in queste ore ai problemi di accesso che la blindatura dell’area può aver arrecato anche a qualche nostro iscritto.

Il ritorno per il nostro comitato è stato talmente elevato che l’evento non può che essere confermato tale e quale, per città e durata, per la prossima edizione di dicembre.

Se ci verrà concesso l’Ospedale Maggiore, secondo nostra principale richiesta, bene, altrimenti ci accomoderemo nel salotto cittadino, con grande soddisfazione del sottoscritto, che considera questa come una soluzione sicuramente non secondaria sul piano sostanziale.

Qualunque sarà l’atteggiamento dei nostri antagonisti, in molti sanno ora chi è il comitato no194, a cui ci si può iscrivere attraverso il sito www.no194.org.

Un loro silenzio ci permetterà di parlare senza contraddittorio, una loro reazione ci consentirà di rispondere.

Il ghiaccio è stato definitivamente rotto.

Ringrazio le forze dell’ordine per il servizio prestato e coloro che hanno espresso solidarietà democratica nei nostri confronti, tra cui esponenti politici bolognesi di diverse formazioni, con una citazione particolare per la Curia locale e per Giuliano Ferrara per gli interventi di cui sotto:

http://bologna.repubblica.it/cronaca/2015/06/07/news/la_curia_applaude_il_prefetto_la_preghiera_anti-aborto_e_legittima_-116300760/

http://www.ilfoglio.it/politica/2015/06/03/domando-a-renzi-e-al-pd-siete-blindati-nel-pensiero-unico-abortista___1-v-129446-rubriche_c386.htm

http://bologna.repubblica.it/cronaca/2015/06/04/news/_io_ateo_devoto_a_bologna_dico_vietare_quella_veglia_e_scandaloso_l_invettiva_di_giuliano_ferrara-116042290/

Avv. Pietro Guerini – Presidente nazionale comitato NO194 e omonima associazione

Foto ritraente un momento della 9 ore

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PD, SEL E RIFONDAZIONE COMUNISTA VOGLIONO IMPEDIRE FISICAMENTE LO SVOLGIMENTO DELLA 9 ORE NAZIONALE DI PREGHIERA DEL COMITATO NO194 A BOLOGNA SABATO 13-6-15 !

Del tutto assenti in occasione delle manifestazioni omeopatiche e politicamente corrette del pro-life ufficiale (quello del contro l’aborto senza se e senza ma, ma non si sa perseguendo quale fine concreto e in che modo), sostenute da ambienti gattopardeschi cattocomunisti di provenienza parlamentare e non solo, partiti di sinistra, centri sociali ed organizzazioni femministe ricompaiono in occasione dei nostri eventi nazionali, con un doppio salto di qualità rispetto al passato.

Non solo contestazioni e contromanifestazioni veementi, come ad esempio avvenuto a Milano al nostro corteo del 11-4-15:

http://www.mi-lorenteggio.com/news/36020

Ora vi è il dichiarato obiettivo di impedirci fisicamente di esprimere il nostro dissenso nei confronti della 194, che vogliamo abrogare mediante referendum (iniziativa a cui ci si iscrive attraverso il sito www.no194.org ) e tale proposito autoritario ed antidemocratico viene rivolto addirittura contro un sit-in di preghiera.

Il tutto in oggettiva violazione degli artt. 17 (diritto di riunione), 19 (diritto alla libera professione anche pubblica della propria fede) e 21 (diritto alla manifestazione del pensiero) della Costituzione.

Un obiettivo espresso, quindi, anche da forze politiche, pure rappresentate in parlamento e che ricoprono fondamentali cariche istituzionali.

Anzitutto, il Partito “Democratico”, a questo punto il virgolettato si impone, formazione politica del Presidente del Consiglio e di potere, nazionale e locale, per antonomasia, ha chiesto ufficialmente al Prefetto di Bologna di vietare la nostra 9 ore nazionale che si svolgerà a Bologna all’esterno dell’ospedale Maggiore in largo Nigrisoli 2 sabato 13-6-15, dalle ore 9 alle 18. :

http://corrieredibologna.corriere.it/bologna/notizie/cronaca/2015/1-giugno-2015/aborto-no-194-minacciano-battaglia-legale-se-non-ci-autorizzano-2301460691941.shtml

http://bologna.repubblica.it/cronaca/2015/06/01/news/il_pd_contro_gli_antiabortisti-115817559/

Ecco il testo della richiesta, la nota è firmata dalla coordinatrice delle donne democratiche Federica Mazzoni e dal segretario bolognese Francesco Critelli:

Egregi Signori, apprendiamo da organi di informazione che il comitato referendario “NO194” per l’abrogazione della Legge 194/78 ha intenzione di recarsi a Bologna nella giornata di sabato 13 giugno p.v. organizzando una manifestazione nazionale che prevede nove ore di preghiera davanti all’entrata dell’Ospedale Maggiore, in Largo Nigrisoli 2. La scelta della modalità di manifestazione di tale comitato (preghiere con esibizione di foto, cartelli e oggetti raffiguranti crocifissi con feti morti, immagini di sale operatorie con resti di interventi chirurgici), insieme alla scelta di farsi scortare e supportare da gruppi fascisti e antidemocratici (così come è successo lo scorso 15 aprile a Milano con la presenza di Forza Nuova) e la decisione di sostare davanti all’ ospedale pubblico che ospita “la Maternità”, luogo laico di cura che offende la cittadinanza, creando disagi, si configura a nostro avviso come fortemente provocatoria. Ravvediamo in questa manifestazione espressioni di intolleranza che, in quanto Partito Democratico condanniamo con fermezza nel merito e nel metodo. Ci preoccupano le modalità aggressive che potrebbero portare spiacevoli conseguenze in termini di ordine pubblico e disagi alla cittadinanza. Per questi motivi siamo a chiederVi di valutare la possibilità di non autorizzare tale manifestazione davanti all’Ospedale Maggiore. Auspicando un vostro cortese riscontro, porgiamo distinti saluti.

 

Non solo, addirittura SEL (partito di appartenenza della Presidente della Camera Boldrini) e Rifondazione comunista, con comunicati ufficiali pubblicati sui rispettivi siti, hanno dichiarato di voler fisicamente, e sottolineo fisicamente, impedire l’evento, uniformandosi a centri sociali e gruppi femministi.

Lo si può leggere in questi link :

http://www.prcbologna.it/2015/05/30/no13giugno/

http://www.sel-bologna.com/blog/2015/05/28/legge194-fermate-la-manifestazione-degli-antiabortisti-al-maggiore/

http://www.radiocittadelcapo.it/archives/tpo-e-labas-in-piazza-contro-gli-antiabortisti-di-no194-161353/

http://www.rassegna.it/articoli/2015/05/29/122242/bologna-coordinamento-io-decido-no-a-manifestazione-antiabortista

https://www.facebook.com/events/674588989352352/

Chi non ha paura di questi metodi e condivide i nostri fini si unisca a noi, anche per rivendicare il diritto di pregare e di esistere come antiabortisti, come cattolici e come liberi cittadini.

Sono in gioco diritti fondamentali, attaccati da formazioni legate alle più alte sfere del potere.

Avv. Pietro Guerini – Presidente nazionale comitato NO194 e omonima associazione

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L’APARTITICITA’ DEL COMITATO NO194 E IL RIGETTO DI OGNI TENTATIVO DI STRUMENTALIZZAZIONE

Come noto, il fine unico del nostro comitato è rappresentato dall’abrogazione referendaria della legge 194.

La nostra iniziativa, quindi, è rivolta a chiunque condivida tale fine, esplicitato nel nostro manifesto pubblicato sul sito www.no194.org, attraverso il quale ci si può iscrivere al nostro comitato, ed esposto in dettaglio nel discorso che ho tenuto in apertura del nostro corteo del 11-4-15 a Milano, riprodotto in corrispondenza del link sottostante:

https://www.youtube.com/watch?v=uRl9LozTCO0

E’, peraltro, evidente che l’analisi delle forze che possono o meno aderire, in modo diretto o incidentale, a tale iniziativa e l’assoluto rigetto da parte nostra di ogni pregiudiziale partitica, che ci renderebbe condizionati dal mondo politico e dai suoi veti, più o meno democratici, può costituire il pretesto per strumentalizzare politicamente in senso negativo il comitato.

Ed è altrettanto evidente, che ferma restando l’assoluta apartiticità di quest’ultimo, che non riceve ordini da alcuna formazione e non applica tali pregiudiziali, il problema può sorgere con riferimento alla posizione dello scrivente, che ne è di fatto l’unico fondatore ed il presidente, potendomi essere attribuite determinate posizioni, per poi trasferirle con intuibili finalità sul comitato stesso.

Dopo attenta riflessione ed al fine di sollevare da ogni tensione la nostra organizzazione, quindi, mi trovo costretto a chiarire una volta per tutte quale sia la mia collocazione, senza che ciò implichi alcuna condivisione di essa e degli ideali che ne discendono da parte di uno solo degli iscritti al nostro comitato, che deve ritenersi unito esclusivamente nel fine abrogazionista e referendario.

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La mia posizione è semplicemente quella di un cattolico, consapevole dell’esistenza dell’enciclica “Evangelium Vitae”, pubblicata da Papa Giovanni Paolo II, Santo dal 28-5-2014 e in quanto tale tutt’altro che scomunicato, che fa obbligo al cattolico al punto 73 di operare contro la legalizzazione dell’aborto volontario, esperendo ogni possibile iniziativa lecita in tal senso.

Tale posizione non può che essere radicalmente anticomunista, se è vero che il primo paese che ha legalizzato l’aborto volontario è stato l’Unione Sovietica nel 1921, contaminando come un tumore lo stato liberale in contraddizione con i suoi princìpi di fondo, e se è vero che coerentemente il PCI ha votato la legge 194 nel 1978 ed ha sostenuto attingendo dagli abbondanti finanziamenti provenienti dalla propria madrepatria politica, che aveva i missili puntati sulle nostre teste, la campagna referendaria per il no all’abrogazione della legge nel 1981, invitando caldamente i propri elettori a votare in tal senso.

Qualcuno vorrebbe che sul comitato si piantasse la bandierina dell’antifascismo, inteso tra l’altro estensivamente come anti-destrismo, ma il passaggio non è altrettanto automatico, per quanto quella cultura non sia priva di elementi neopagani.

Sul piano storico e oggettivo, nessuna dittatura fascista ha mai legalizzato l’aborto volontario (né in Italia, né in Spagna, né in Cile, né altrove), il MSI ha votato contro la 194 nel 1978 in parlamento ed ha invitato nel 1981 i propri elettori a esprimersi per l’abrogazione della legge.

Mi considero un cattolico liberale (secondo l’accezione non laica e laicista che a quest’ultimo termine si può attribuire), che ritiene sacro il rispetto dei valori cattolici, della libertà religiosa, economica e politica, contrario ad ogni dittatura e l’anticomunismo radicale è conseguenza naturale proprio dell’essere un cattolico consapevole degli eventi che hanno caratterizzato la storia.

La libertà religiosa, infatti, al pari di quella economica, è stata negata e combattuta da dittature di quel segno politico e non da quelle di diversa ispirazione.

La persecuzione omicida di sacerdoti e suore e la distruzione di luoghi di culto sono state scientificamente praticate dalle squadracce rosse in Italia nel primo e secondo dopoguerra come in tutte le dittature comuniste, mentre gli assai rari comportamenti analoghi imputabili al regime fascista (che ha il merito con il concordato del 1929 di aver dissolto il clima tesissimo tra Stato e Chiesa che durava dal 1861, appena attenuato dal Patto Gentiloni del 1913) sono stati osservati in pregiudizio della libertà politica e non religiosa degli appartenenti al clero ed alle associazioni di area.

Ferma restando la deprecabile e grave comune negazione della libertà politica, che peraltro in democrazia dovrebbe riconoscersi a tutti, senza censure o demonizzazioni ostative alla libera divulgazione del pensiero, in un regime fascista, a differenza di quanto avviene nel vigore di un regime comunista, si è potuto liberamente professare la propria fede e celebrarla in luoghi di culto, così come essere proprietari di fabbricati o terreni, intraprendere professioni di lavoro autonomo, come artigiano, commerciante, imprenditore, professionista.

La dottrina fascista non è anzitutto anticomunista, Mussolini tuonava non contro Stalin ma contro “le democrazie plutocratiche e reazionarie dell’occidente”, il governo sovietico è stato riconosciuto sul piano diplomatico per primo al mondo dal governo fascista italiano:

http://www.uilpadirigentiministeriali.com/attachments/article/2167/I%20rapporti%20italo.pdf

Ancora oggi i bersagli preferiti della destra radicale nazionale sono gli USA, il capitalismo e alcuni princìpi del pensiero liberale.

Al contrario, è il nostro essere cattolici, dal mio punto di vista, che ci impone una netta presa di posizione anticomunista, in quanto significativamente quel regime e quella cultura hanno rappresentato e rappresentano ancora oggi la nostra controparte più aggressiva e militante.

Così come, a mio avviso, il nostro essere cattolici ci impone un forte debito di riconoscenza proprio nei confronti degli Stati Uniti d’America, posizione che nessun neofascista nostrano potrebbe condividere, che rappresentano tra l’altro e secondo dati recentissimi il paese più cristiano e più praticante nel mondo:

http://www.fattisentire.org/modules.php?name=News&file=article&sid=287

E’ grazie all’intervento alleato che si è scongiurata la sostituzione di una dittatura feroce come quella nazista con una addirittura e se possibile peggiore (in quanto totalmente liberticida, responsabile ad oggi di oltre 120 milioni di morti e ben più duratura), non essendo credibile che un’organizzazione al 90% stalinista (ricordo che il PCI ancora nel 1956 si dichiarò a favore dell’invasione sovietica dell’Ungheria) volesse e potesse (visti i rapporti interni di forza) introdurre la democrazia nel nostro paese, analisi del resto dimostrata e documentata in modo inoppugnabile dallo storico di sinistra Gianpaolo Pansa.

Ed è solo grazie all’impegno americano che è stata arrestata e sconfitta la diffusione nel mondo dell’ateismo di stato marxista e che si può contrastare anche militarmente il fondamentalismo del pari militare anticristiano di altre confessioni che tanti stermini hanno causato e causano ai danni di nostri fratelli di fede.

Con Reagan alla presidenza l’ISIS non sarebbe mai nato.

Essere aperti alla collaborazione con tutti coloro che condividono il nostro unico obiettivo non significa condividere “in toto” i loro ideali.

Se poi in Piazza Cordusio a Milano e altrove veniamo contestati da persone che cantano “Bella ciao“ con il pugnetto alzato orgogliosi della paternità sovietica della 194 non posso farci nulla, il cattolico antiabortista nostalgico dell’essere anzitutto antifascista se ne faccia una ragione e, magari, tragga da ciò un motivo di riflessione:

http://www.mi-lorenteggio.com/news/36020

D’altro canto, il non schierarci come comitato su ciò che prescinde dal tema dell’aborto, e quindi anche sulle vicende della guerra civile italiana, ci permette di combattere realmente solo per la tutela della Vita e di non dover giustificare crimini contrastanti con tale tutela come quelli di cui si sono macchiate entrambe le parti, e sottolineo entrambe, allego sotto a mero titolo di esempio e per i meno disincantati la vicenda relativa alla 13nne Giuseppina Ghersi:

http://www.piacenzanight.com/sezione-notizie-articolo.asp?cod=0016278

Così come non posso farci nulla se certi cosiddetti “cattolici democratici” preferiscono lavarsi le mani da novelli Ponzio Pilato di fronte allo sterminio degli innocenti ed alla nostra battaglia finalizzata a far acquisire a queste condotte carattere di reato, esibendosi in analisi spesso supponenti tese a giustificare il loro indifferente atteggiamento.

Analisi, in realtà, che trasudano non solo di superficialità ma non di rado di ignoranza cristallina, smentite dalla storia stessa (ad esempio, l’inammissibilità del referendum e gli effetti peggiorativi sulle legge di una sconfitta, circostanze già escluse dalla conoscenza della consultazione del 1981 e dalle vicende successive ad essa, la 194 è immutata dal 1978).

Noi dobbiamo combattere con chi ci aiuta, nessuno escluso, con lealtà e gratitudine, i supponentini ed i pavidi non ci servono.

Avv. Pietro Guerini – Presidente nazionale comitato NO194 e omonima associazione

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IL CORTEO DEL COMITATO NO194 DEL 11-4-15: DALLA BATTAGLIA FONDAMENTALE PER LA NOSTRA CIVILTA’ UN INVITO AI CATTOLICI A REAGIRE AL LORO STERMINIO CULTURALE

Si è svolto sabato 11-4-15 a Milano e Caserta il nostro terzo corteo nazionale, finalizzato a sensibilizzare l’opinione pubblica sulla nostra iniziativa referendaria per l’abrogazione della legge 194, a cui si può aderire tramite il sito www.no194.org .

Il discorso introduttivo dell’evento milanese è riportato nel seguente link:

https://www.youtube.com/watch?v=uRl9LozTCO0&app=desktop

La cronaca della manifestazione campana è riferita nell’articolo sottostante:

http://www.caserta24ore.it/11042015/caserta-al-corteo-per-la-vita-contro-laborto-il-vescovo-mons-angelo-spinillo/#more-48181

Il corteo era aperto a coloro che condividono tre concetti di fondo: che l’aborto è la soppressione di un individuo e non di un grumo di cellule, che l’interruzione volontaria di gravidanza non deve essere legalizzata e che l’abrogazione della legge abortista 194 può avvenire solo per via referendaria.

Sul secondo e terzo passaggio sorgono tutte le divisioni del pro life italiano, divisioni che si fondano su differenze molto nette e sostanziali e non su dettagli secondari e trascurabili, come non riescono a comprendere tutti coloro che straparlano di praticabile unità del pro life nazionale, al limite solo fittiziamente configurabile sotto forma di comune presenza in manifestazioni demagogiche, generiche e prive di obiettivi concreti, nelle quali non a caso sono del tutto assenti contestazioni.

Se volete avere un esempio di una persona che non potrebbe mai aderire al comitato no194 per carenza del terzo requisito, leggete il seguente articolo scritto da un pro life sul nostro corteo , per il quale l’istituto del referendum non esiste , ma solo il parlamento, e che partendo da questo incredibile presupposto fa pure il professorino : http://www.lanuovabq.it/it/articoli-aborto-e-kill-pill-tra-testimonianze-e-nuovi-paradossi-12351.htm .

Non siamo generosi senza cervello, è vero siamo generosi ma il cervello lo usiamo meglio e più di altri.

L’indicato fine, la divulgazione della nostra iniziativa, è stato pienamente raggiunto, come dimostrano le decine (personalmente ne ho isolati una cinquantina) di articoli sull’evento pubblicati sul web da tutti i siti, anche di quotidiani prestigiosi, si vedano tra i tantissimi:

http://milano.corriere.it/notizie/cronaca/15_aprile_11/cordusio-tensione-sentinelli-no-194-sfiorato-scontro-60d9c146-e06f-11e4-b0b6-cf60ff032a1c.shtm

http://milano.repubblica.it/cronaca/2015/04/11/news/milano_momenti_di_tensione_per_il_doppio_corteo_pro_e_contro_l_aborto_la_polizia_impedisce_il_contatto-111710523/

http://www.ilgiorno.it/milano/corteo-no-aborto-1.842275

A dimostrazione del fatto che non fosse la nostra una manifestazione demagogica e insignificante, abbiamo avuto eterogenee contestazioni, alcune comprensibili, altre meno, sotto documentate:

http://www.mi-lorenteggio.com/news/36020

Erano certamente comprensibili le manifestazioni contrarie di coloro che si riconoscono esplicitamente in una tradizione comunista (a partire da Rifondazione, ma non solo), se è vero che il primo paese nel quale l’aborto volontario è stato legalizzato è l’Unione Sovietica nel 1921, manifestazioni del resto ufficialmente preannunciate, come si può notare sotto:

http://www.rifondazionemilano.org/nws/mobilitazione-in-difesa-della-legge-194/

http://proletaricomunisti.blogspot.it/2015/04/pc-12-aprile-contro-la-marcia-dei-no.html

Una presenza estesa a coloro che sono nati dal vecchio Pci, anche se oggi governano il paese applicando princìpi berlusconiani, per quanto una parte consistente dei propri elettori non ne sia consapevole:

http://www.radiolombardia.it/rl/news.do?id=58045

Assai meno comprensibili sul piano razionale le proteste di organizzazioni vicine agli ambienti omosessuali, si veda:

https://www.facebook.com/events/1514539142127374

Infatti se un omosessuale ed una lesbica sono veramente tali non possono fare o far fare dei figli, quindi non possono essere protagonisti di un evento abortivo.

Queste prese di posizione rischiano, con effetti presumo controproducenti per gli interessati, di avvalorare la tesi secondo cui costoro semplicemente detestano i bambini, come forse si potrebbe desumere dal loro impegno diretto ad indottrinarli con programmi scolastici “ad hoc” fin dalla più tenera età per convincerli che ciascuno può scegliere “ad libitum” i suoi orientamenti, in spregio alle proprie tendenze fisiologiche, che dovrebbero viceversa essere rispettate, in quanto innate.

A prescindere da ciò, a mio avviso, fermo restando il rigetto di ogni forma di violenza, se non riconducibile alla legittima difesa, riconosciuta per legge a tutti, queste contestazioni vanno affrontate guardando in faccia i loro autori e non rimanendo silenti, immobili, con la testa bassa e inverosimilmente concentrati su altro anche a fronte di insulti, sputi e aggressioni.

Noi non dobbiamo vergognarci di nulla poiché esercitiamo il diritto di manifestare le nostre opinioni, che, per giunta e nel merito, sono dirette ad affermare l’ulteriore diritto di nascere, basilare per la Vita di ciascuno.

Se continueremo ad annullarci, anche con deboli ed intimoriti atteggiamenti, di fronte alle nostre aggressive controparti subiremo uno sterminio culturale e legislativo ben peggiore rispetto a quello fisico che i cristiani stanno pagando per la loro fede in alcune parti del pianeta, in quanto non frutto di una soccombenza locale ed occasionale, ma progressiva, irreversibile e generalizzata.

Coloro che condividono la nostra battaglia per la difesa della Vita nascente, abrogazionista e referendaria, si uniscano a noi orgogliosi delle proprie idee in occasione delle nostre prossime manifestazioni, a partire dalle 9 ore regionali di preghiera all’esterno degli ospedali indicati sul sito il primo sabato dei mesi dispari, dalla 9 ore nazionale del 13-6-2015 , ore 9-18 , di fronte all’ospedale Maggiore di Bologna e in vista dei prossimi cortei di Milano e Caserta del 10-10-2015 , ore 15 , con partenza sempre e rispettivamente da piazzale Cadorna e piazza Vanvitelli .

Ogni partecipante sarà considerato uno di noi, essendo vani e degni di ilarità tutti i tentativi di indurci a rinnegare parte dei nostri sostenitori con argomentazioni non riconducibili al loro comportamento, poiché per il nostro comitato la lealtà e la riconoscenza sono due valori intangibili.

 

Avv. Pietro Guerini – Presidente nazionale comitato NO194 e omonima associazione

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LA 9 ORE REGIONALE BIMESTRALE DI PREGHIERA PER LA VITA DI NO194 DI SABATO 7 MARZO 2015 PER L’ABROGAZIONE REFERENDARIA DELLA L. 194 , IN ATTESA DEL CORTEO NAZIONALE DI MILANO E CASERTA DEL 11 APRILE 2015 E DELLA 9 ORE NAZIONALE DI BOLOGNA DEL 13 GIUGNO 2015

Sabato 7-3-2015 , come ogni primo sabato di mese dispari , si svolgerà dalle ore 9 alle 18 la nostra 9 ore di preghiera , estesa su base regionale parallelamente alla capillare diffusione del nostro comitato .

In particolare , la 9 ore si terrà nei seguenti luoghi e all’esterno delle strutture sanitarie sottostanti :

Aosta ( Beauregard , via Vaccari 5 )

Torino ( S. Anna , via Ventimiglia 3 )

Genova ( S. Martino , viale Benedetto XV , via De Toni , sabato 14-3 )     

Milano ( Niguarda , piazza Ospedale Maggiore 3 )

Vicenza ( S. Bortolo , via Rodolfi 37 )

Trieste ( Burlo Garofolo , via Istria 65 )

Piacenza ( Guglielmo da Saliceto , via Taverna 49  )

Ravenna ( S. Maria delle Croci , viale Randi 5 )              

Firenze ( A. O. Careggi , largo Brambilla 3 )

Perugia ( S. Maria della Misericordia detto “ Silvestrini “ , loc. S. Andrea delle Fratte )

Ancona ( Salesi , via Corridoni 11 )

Teramo ( Mazzini , piazza Italia 1 )                                     

Caserta ( S. Anna , via Roma 124 )

Foggia ( Riuniti , via Luigi Pinto 1 )

Cosenza ( Annunziata , via Migliori 5 )

Catania ( Garibaldi-Nesima , via Palermo 636 )                                  

Il tutto in vista del nostro terzo corteo nazionale , che sabato 11-4-2015 si terrà a Milano ed a Caserta dalle ore 15 , con rispettive partenze da piazzale Cadorna e piazza Vanvitelli .

Non solo , ma la 9 ore avrà , a partire da sabato 13-6-2015 a Bologna , una sua versione nazionale , davanti all’ospedale Maggiore sempre dalle ore 9 alle 18 .

Eventi , questi , che dimostrano la continua crescita del nostro comitato e con i quali intendiamo , ad un tempo , commemorare 6 milioni di vittime dell’aborto volontario legalizzato e promuovere la nostra iniziativa referendaria , diretta all’abrogazione della legge 194 che ha attuato tale legalizzazione .

Iniziativa che ha ottenuto a suo tempo il parere favorevole della CEI , riportato sul nostro sito , e che ha necessariamente presupposto la creazione di un organismo apposito , in assenza dell’apporto ( presente in tutte le consultazioni analoghe svoltesi nel nostro paese ) dei partiti politici , delle loro strutture , dei loro media e della loro imponente disponibilità economica .

Invito tutti ad aderire al comitato NO194 tramite il nostro sito www.no194.org .

Un comitato che non divide , in quanto non si è originato da una scissione con altre organizzazioni , non promuove obiettivi o ideali falsamente antiabortisti , è composto da oltre 20.000 aderenti e migliaia di militanti , ma unisce .

Pietro Guerini–Presidente nazionale comitato NO194 e associazione NO194

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