Category “Rassegna stampa generica”

ABORTO , FAMIGLIA , SCUOLA : QUANDO LA SOPRAFFAZIONE DEL BAMBINO DIVENTA LEGGE

Il presente pezzo non si occupa solo del tema dell’aborto, con riferimento al quale ho fondato il nostro comitato.

Conseguentemente, le considerazioni (di carattere per lo più giuridico) in esso contenute esulanti da tale tema debbono ritenersi espresse a titolo strettamente personale senza che ciò coinvolga minimamente NO194.

1 ) SCUOLA

E’ entrata in vigore nei giorni scorsi la legge n. 107 del 13-7-2015, denominata, secondo il consueto costume auto-elogiativo degli ultimi governi (ricordiamo tra gli altri “Il decreto del Fare”), “Buona scuola“.

Tale legge contiene norme che incidono pesantemente negli aspetti più intimi della personalità dell’alunno, toccando la sua sfera sessuale, con l’enorme aggravante rappresentata dalle tenera età dell’utente.

Il che è già grave di per sé.

Per i nostri giovani, al limite , sarebbe utile un’educazione sentimentale, che valorizzi il reciproco rispetto e l’accettazione del venir meno del consenso alla frequentazione da parte dell’altro, tanto più necessaria per scongiurare il dilagare del fenomeno del femminicidio, sicuramente molto preoccupante, ancorché caratterizzato da un numero di vittime femminili nettamente inferiore rispetto a quello ascrivibile all’aborto volontario ( la cui legalizzazione, effetto dell’entrata in vigore della 194, ha causato in Italia la soppressione di 3 milioni di concepite, cifra pari al 50% dei 6 milioni di interruzioni volontarie di gravidanza eseguite secondo i dati ufficiali ministeriali).

Come già scrissi alcuni anni fa, a mero titolo di esempio concreto, trovo molto positivo un testo come quello del brano musicale “Le Ragazze”, scritto da Claudio Mattone per i Neri per Caso nel 1995, decisamente efficace nella sua semplicità.

Ma la gravità di tale violazione dell’intimità dei soggetti più deboli, in quanto tali potenzialmente esposti alle devianze degli adulti, si accresce analizzando il contenuto delle disposizioni specifiche in materia, che introducono all’art. 2 comma 16 l’ideologia gender, secondo la quale ciascuno può scegliersi le proprie tendenze sessuali, ritenute frutto di una costruzione sociale, che debbono, viceversa, considerarsi legate alla fisiologia ed alle caratteristiche biologiche della persona, qualunque connotazione esse abbiano.

Si legga per tutti http://www.ilgiornale.it/news/cronache/buona-scuola-ora-legge-gi-scontro-sul-gender-1150198.html .

Ecco che il minore diviene cavia di teorie profondamente invasive di natura fortemente ideologica dirette ad attaccare in particolare l’eterosessualità, tendenza statisticamente di gran lunga prevalente tra gli individui.

2 ) FAMIGLIA

In questi giorni è allo studio del parlamento un disegno di legge sulle unioni civili, anticamera, come avvenuto in Irlanda, della legge che autorizza i matrimoni tra persone dello stesso sesso e del riconoscimento alle stesse del diritto di adottare dei figli.

In ogni caso, sono interventi normativi molto spesso connessi anche temporalmente tra loro me che interessano l’istituto familiare.

Come sopra premesso, fatto salvo l’ovvio rispetto verso gli orientamenti naturali di ciascuno, esprimo in materia le mie personali considerazioni.

A ) NO AI MATRIMONI GAY

Ritengo che un matrimonio siffatto sia inconcepibile dal punto di vista giuridico ed a prescindere da qualsiasi considerazione di carattere religioso.

A tale conclusione si giunge considerando che gli istituti giuridici del matrimonio, della separazione (affievolimento del vincolo coniugale) e del divorzio (cessazione degli effetti civili del matrimonio) prevedono numerose disposizioni che riguardano i figli, i quali ultimi sono elemento ricorrente sul piano statistico nella netta maggioranza delle unioni coniugali.

In ogni caso, il matrimonio implica la possibilità che vi siano figli, eventualità che si verifica tra l’altro con frequenza.

E’ certamente vero che anche in un matrimonio eterosessuale possono mancare figli (per scelta, per ragioni anagrafiche o fisiologiche) come in un incontro di calcio possono mancare goal, ma un conto è chiudere una partita sullo 0-0 un conto è giocare senza porte, il che esclude in sé che si possa parlare di una partita.

Da questa ovvia premessa deriva che tale istituto non può riguardare chi non può fare o far fare figli, salvo che ai diretti interessati venga riconosciuto il diritto di adottare figli, stante l’equiparazione dei figli adottivi a quelli naturali.

B ) NO ALLE ADOZIONI DA PARTE DEI GAY

Un diritto che potrebbe essere riconosciuto solo non tenendo presente il prioritario interesse dei minori, ma i desiderata degli adulti, in contrasto con l’approccio generale consacrato nel nostro ordinamento giuridico.

Ed è alquanto discutibile che coincida con l’interesse del minore poter essere inserito in una famiglia nella quale non siano chiaramente identificabili una figura maschile ed una femminile, con le loro differenti e complementari prerogative a cui gli stessi figli possono ispirarsi nel coltivare le loro tendenze fisiologiche, nella stragrande maggioranza dei casi eterosessuali.

In ogni caso, questa duplice figura, sotto il profilo dell’interesse dello stato, evoca quella capacità potenzialmente riproduttiva che garantisce la continuità e la sopravvivenza di una società, sul piano demografico ed economico.

C ) NO ALLE UNIONI CIVILI

La realtà è che il vero fine di queste battaglie, anche contro ogni logica, è quello di attaccare laicisticamente i valori religiosi, in particolare cristiani, secondo una chiara ispirazione ideologico-culturale.

Non a caso le argomentazioni avverse si fondano spesso sull’invocazione della laicità dello stato, che nulla rileva in questo caso, se è vero che il matrimonio può essere civile e non solo canonico e che esso come istituto sostanziale storicamente preesiste alla discesa di Gesù Cristo tra noi.

Altro esempio di questa strumentalizzazione è rappresentato, per l’appunto, dalle cosiddette “Unioni civili”, finalizzate nell’intenzione dei loro sostenitori ad ampliare i diritti di coloro che non vogliono o non possono sposarsi.

Tale ampliamento nel nostro ordinamento sarebbe del tutto inutile, in quanto il convivente, eterosessuale o omosessuale, può già godere di ogni diritto, mediante la stipula di atti “inter vivos” ai sensi dell’art. 1322 c.c. e mediante testamento per quanto concerne i rapporti “mortis causa”, senza contare, sulle questioni residue, le equiparazioni di legge e conseguenti ad interventi della Consulta già intervenute.

Purtroppo sul tema c’è molta disinformazione, tanto che un laureato in legge, sia pur non fresco di titolo, come Berlusconi il 24-5-15 ha affermato a “Che tempo che fa” che gli omosessuali debbono avere il diritto di subentrare a livello successorio al partner, il che è loro garantito da sempre proprio per via testamentaria, con limitazioni sulla quota sostanzialmente a loro inapplicabili (non avendo di regola coniuge, né figli, in assenza dei quali ultimi è solo previsto un circoscritto diritto di successione dei genitori, casisticamente raro per ovvie ragioni anagrafiche) .

D ) NO AL DDL SCALFAROTTO

Non parliamo, poi, degli interventi legislativi ideologici che sono stati approntati in materia negli ultimi anni, come il DDL Scalfarotto, palesemente incostituzionali.

E’ di tutta evidenza che considerare reato il licenziamento discriminatorio di un dipendente in quanto omossessuale e non per altre ragioni (geografiche interne, politiche, di sesso, religiose, etc, che danno origine solo a conseguenze civili) significherebbe violare il princìpio di eguaglianza di cui all’art. 3 della Carta, in quanto si creerebbe indebitamente una categoria privilegiata di cittadini, in virtù delle loro tendenze sessuali, per dimostrare le quali, tra l’altro, si determinerebbe un degrado dei dibattimenti con imbarazzanti deposizioni testimoniali o mediante il ricorso ad altre prove sulle quali preferisco non dilungarmi.

3 ) ABORTO E CONSIDERAZIONI FINALI

Ciò che accomuna le tre tematiche (interventi sulla sessualità degli alunni, sull’istituto familiare e di legalizzazione dell’aborto volontario) è la mortificazione dei diritti del minore rispetto a quelli dell’adulto.

Diritti che mascherano egoismi, se non capricci o altro.

E’ incredibile il cinismo con cui si parla di “Riconoscimento dei diritti“ con riferimento all’adulto quale titolare esclusivo degli stessi in contrapposizione con il minore, che è il soggetto più debole e , quindi , colui che deve realmente essere tutelato dallo stato anche contro l’interesse dell’adulto.

Il primo fronte da superare è proprio quello che divide coloro che sono consapevoli di questa priorità (quindi della doverosa centralità della figura del minore, su cui si fonda storicamente la nostra civiltà giuridica) e coloro che invece pensano di essere al centro del mondo in quanto adulti e che tutto debba ruotare attorno alla propria condizione, indifferenti verso le esigenze del loro prossimo più debole.

Ma vi è un altro fronte.

E’ quello che distingue coloro che si mobilitano sulle altre due problematiche ignorando il dramma dell’aborto e coloro che si rendono conto di quanto sia immensamente più grave sterminare milioni di bambini che rischiare di incidere negativamente sulla loro educazione e crescita, per quanto in tali problematiche ci siano aspetti comuni, sotto il profilo della sopraffazione del più debole, che non possono essere sottovalutati.

Ecco che se è lodevole impegnarsi nelle due battaglie minori, non si può contraddittoriamente rimanere insensibili a quella che coinvolge direttamente la Vita di coloro ai quali si vuole offrire tutela.

Tra l’altro, e passiamo dalla militanza alla società civile, proprio per questa oggettiva maggiore gravità, che può ben più agevolmente essere percepita a livello popolare, ancor più indipendentemente dalle convinzioni religiose di ognuno, la nostra missione, sia pur durissima, presenta margini di successo senza altro superiori.

Missione finalizzata all’abrogazione referendaria della legge 194, alla quale vi chiedo di aderire iscrivendovi al nostro comitato attraverso il sito www.no194.org e partecipando ai nostri cortei di sabato 10-10-2015 di Milano, con partenza alle ore 15 da piazzale Cadorna, e di Caserta , con partenza alle ore 16,30 da piazza Vanvitelli.

Avv. Pietro Guerini – Presidente nazionale comitato NO194 e omonima associazione

Comments off

MARCIA PER LA VITA 2015 : IL GATTOPARDISMO PARLAMENTARE E LA MANCATA ADESIONE DEL COMITATO NO194

Vorrei ad un tempo creare un neologismo e darne una definizione .

Faccio riferimento al “ democristianismo “ , inteso come fenomeno avente una componente relativista-falso intransigente sui valori ed una componente lodevolmente pragmatista nello studio dell’ambito politico-normativo in cui quei valori possono essere fatti valere .

Siamo a inizio anno , ma già alcuni siti di area cattolica si stanno scatenando con la solita bolsa retorica sulla Marcia per la Vita , che si svolgerà nel maggio prossimo , condita di appassionato entusiasmo verso un evento che è destinato a non mutare assolutamente nulla in materia , come dimostrano oltre 40 anni di analoghe manifestazioni pro-life statunitensi ed europee , e che , non a caso , è totalmente ignorato da tutti i media nazionali , in quanto ritenuto insignificante .

A nulla vale , al contrario , la morbosa ansia di contarsi , per usare le parole di un cantore della manifestazione  , dei siti che la sponsorizzano in modo frenetico , che si traduce ogni anno nel dichiarato incremento di 10 000 unità dei partecipanti , che , in realtà , si attestano in totale proprio attorno a quest’ultima cifra .

Seguendo questo scontato computo , già oggi sappiamo che i partecipanti dichiarati quest’anno saranno 60 000 .

Non occorre , infatti , essere laureati in sociologia , con specializzazione nel studio della realtà italiana , per intuire che analoga ( per location e data di svolgimento ) manifestazione di segno contrario ( in difesa della 194 ) raccoglierebbe almeno un milione di persone, vista la capacità di mobilitazione del blocco sinistre -sindacati –femministe -centri sociali e accessori .

A nulla , dunque , valgono le appassionanti diatribe su chi abbia il merito di aver creato una formula copiata dal resto del mondo occidentale , con scambi di insulti a cui abbiamo assistito nei mesi scorsi ( cfr http://www.riscossacristiana.it/una-lettera-di-roberto-de-mattei-utili-precisazioni-dopo-il-comunicato-su-facebook-di-francesco-agnoli/) , a dimostrazione , alla pari delle innumerevoli scissioni che hanno interessato realtà diverse dalla nostra , di come la litigiosità d’area non sia certo imputabile al comitato NO194 .

A nulla , infine , valgono le recenti dichiarazioni ufficiali della portavoce della Marcia , secondo cui “l’obiettivo che essa si propone è giungere all’abrogazione della legge 194” , poiché , come sottolinea la stessa , “Non è ragionevole pensare di cogliere risultati significativi a livello politico in così poco tempo, soprattutto in un clima generale di attacchi sistematici alla famiglia ed alla vita, che arrivano non solamente dagli organismi nazionali ma anche e soprattutto da quelli sovranazionali“(https://dub122.mail.live.com/?tid=cm4zH9sWqT5BGRcAAiZMHNFg2&fid=flinbox  ).

A parole il meglio del democristianismo ed il meglio dell’anti-democristianismo .

Invero , la reale finalità dell’evento è rivelata esplicitamente tra le righe delle parole di cui sopra , ed è quella di ottenere quei risultati nel “ lungo tempo “ ed a “ livello politico “ , vale a dire parlamentare , attraverso lo strumento che la politica può utilizzare per agire a livello legislativo .

Chi di voi pensa che il parlamento italiano , immobile da oltre trent’anni sulla 194 , un giorno la abrogherà ?

Se gli organizzatori della Marcia lo pensano per davvero commettono un palese , enorme errore di analisi , se non lo pensano si muovono in linea con quegli stessi ambienti parlamentari , che hanno tutto l’interesse ad imbrigliare iniziative , come la nostra , referendaria , che prescindono dal potere politico-partitico per restituire ai cittadini la parola su ciò che riguarda direttamente la Vita dei propri simili .

Non a caso gli artefici di questa manifestazione ( entrambi i protagonisti della diatriba sopra evocata) ed i loro siti hanno sistematicamente attaccato la nostra iniziativa (http://www.bastabugie.it/it/articoli.php?id=2049 , http://www.segnideitempi.org/la-battaglia-della-vita-linee-di-pensiero-e-di-azione/cultura-e-societa/la-battaglia-della-vita-linee-di-pensiero-e-di-azione/    ) e nella loro storia hanno collaborato e collaborano con forze politiche , organizzando anche di recente manifestazioni con formazioni governative a favore della famiglia .

Non a caso nella conferenza che annualmente viene organizzata a margine della Marcia sono chiamati a parlare esponenti abortisti o pro life moderati , che difendono la 194 in tutto o in parte , mentre gli abrogazionisti , dopo essersi occupati dell’organizzazione e del servizio d’ordine , vengono accuratamente nascosti sotto il tavolo ( si veda http://no194.org/?p=965 )  .

Non a caso , come ben sa chi come il sottoscritto è stato presente ( nelle prime tre edizioni ) all’evento per raccogliere adesioni al proprio comitato , nel contattare un elevato numero di partecipanti ci si sente rispondere da una parte di essi : “ La donna non dev’essere colpevolizzata , processata o condannata , occorre rimuovere le cause socio-economiche che portano all’aborto “ e tutto il campionario di luoghi comuni che caratterizza la retorica abortista e che può esprimersi solo in conseguenza della matrice ambigua della manifestazione .

Chi forse non comprende in lingua italiana la differenza tra antiabortista ( quindi , come da dizionario , abrogazionista ) e pro-life ( colui che auspica semplicemente che una gravidanza si concluda con una nascita e non con un aborto , senza discuterne la legalizzazione o sostenere le vie praticabili per rendere illegale l’aborto volontario ) , può fare una ricerca nel web sul dibattito presente in USA da tempo tra “abolizionisti“ e , per l’appunto “pro life “ .

Un dibattito ben più franco e meno ambiguo di quello presente nel nostro paese , paese del resto che ha dato i natali a Machiavelli .

Il confronto non è tra coloro che marciano per la Vita e quelli che marcerebbero per la morte , categoria , quest’ultima , nella quale si potrebbe riconoscere solo qualche decina di satanisti in tutto il paese , ma tra coloro che vogliono ottenere il riconoscimento del diritto alla nascita ( escluso il caso impraticabile del pericolo di Vita della madre che porti a termine la gravidanza , già risolto a favore di quest’ultima prima della entrata in vigore della 194 ex art. 54 c.p. ) e quelli che rivendicano il diritto di scelta della potenziale madre .

Queste formule furbette e demagogiche inebriano qualche mente confusa , accrescono i partecipanti e sono ben viste per la loro inconsistenza da certi ambienti di potere , non solo politico , in quanto tali da non turbare la pace sociale a danno dei più deboli , imbrigliando spinte realmente innovative e politicamente non corrette .

Inequivocabilmente ed emblematicamente i nostri cortei , a partire dal prossimo di sabato 11-4-15 , con partenza alle ore 15 da piazzale Cadorna a Milano e da piazza Vanvitelli a Caserta , e le nostre manifestazioni ( ben 16 annualmente ) sono denominati a favore “dell’abrogazione per via referendaria della legge 194“ .

Ciò premesso , è di tutta evidenza che il nostro comitato ( che conta oltre 20000 iscritti in tutto il paese , oltre un migliaio di attivisti che partecipano ai nostri eventi e quasi 3000 aderenti che si dichiarano pronti ad aiutarci nella raccolta ufficiale delle firme per il referendum)  , anche formalmente , non può aderire alla Marcia per la Vita e lo dico per prevenire valutazioni che ci attribuiscano quella ambiguità che noi imputiamo agli altri .

E’ , in particolare , evidente a chiunque che tale adesione è incompatibile con un evento i cui organizzatori :

-dichiarano che esso avrebbe come fine l’abrogazione della 194 , ma si oppongono all’unica iniziativa , la nostra , finalizzata da ora nel nostro paese a tale obiettivo ;

-sostengono , per giunta , attraverso esso la necessità-opportunità di rinviare “ sine die “ (verso un futuro che si ritiene ad oggi di impossibile realizzazione) questa azione (abrogatrice) , attribuendola poi in modo dichiarato ad un potere ( quello politico-parlamentare ) esterno al corpo elettorale e , quindi , ad un comitato referendario ( in costante crescita di risorse umane ed economiche ) già costituito per operare al più presto in tale direzione , alla luce delle  modifiche legislative in materia referendaria che renderanno l’abrogazione ben più agevole .

Non saremo noi gli utili idioti che contribuiranno a far crescere una manifestazione organizzata per addomesticare spinte che andrebbero parzialmente altrimenti ( se non distratte nell’illusorio intento di condizionare con una marcia in sé il potere parlamentare in senso abrogazionista ) nella nostra direzione, fatte salve le scelte individuali che ogni nostro aderente riterrà di fare a titolo strettamente personale .

L’appoggio alla Marcia ci sarà solo quando ( vale a dire mai ) gli organizzatori della stessa inviteranno i partecipanti ad aderire al nostro comitato , attraverso il sito www.no194.org , coerentemente con quello spirito critico verso la legge che esprimono da anni nelle loro pubblicazioni distribuite in vendita al pubblico .

Noi dobbiamo lavorare per i nostri obiettivi e non per quelli a noi contrari , per le nostre numerose manifestazioni ( elencate in dettaglio nel nostro sito sotto “ Corteo , 9 ore etc. “ ) e non per eventi che si contrappongono alla nostra azione .

 Avv. Pietro Guerini – Presidente nazionale comitato NO194  e omonima associazione

Comments off