Category “Rassegna stampa specifica”

NUOVO REFERENDUM ABROGATIVO DELLA L. 194 IN MATERIA DI ABORTO : 2.500 ADESIONI E LA CONFERENZA DI ROMA

Stante l’esito del referendum del 1981 , la riproposizione di un’analoga iniziativa , diretta ad ottenere l’abrogazione della 194 , che ha legalizzato nel 1978 l’interruzione volontaria di gravidanza nel nostro paese , poteva apparire quanto meno antistorica e temeraria .

Dopo il mio articolo del 18-7-2009 , con cui essa è stata promossa , e la costituzione del sito www.no194.org ( attraverso cui si può aderire all’iniziativa stessa ) , avvenuta due mesi e 10 giorni dopo , mi sono trovato a gestire per la prima volta il sito medesimo , il 12-1-2011 , con 183 iscrizioni ( media 0,3 al giorno ) .

Un risultato che non contraddiceva di certo le perplessità originarie .

In realtà , grazie anche al contributo di elementi validi di diverse zone della penisola , a fine aprile avevamo già toccato le 600 adesioni ( media dal 12-1-2011 4,1 quotidiane ) .

Ad oggi , fine agosto 2011 , gli iscritti sono 2 500 , più che quadruplicati in 4 mesi ( media in quest’ultimo lasso di tempo pari a 15,8 adesioni al giorno ) .

La progressione è evidente , trovo superfluo definirla con aggettivi , davvero inutili di fronte all’inesorabilità delle cifre .

Alla luce della risposta positiva all’operazione , in questi giorni sto procedendo al radicamento territoriale del nostro movimento .

Una fase che mi sta parimenti impressionando per la disponibilità e l’entusiasmo delle persone contattate .

La nostra battaglia riunisce componenti diverse della società , è apartitica , apolitica e aliena da quelle rivalità tra associazioni che ben conoscono coloro che frequentano quell’ambito , in linea con le mie caratteristiche di partenza , in quanto non iscritto ad alcun partito ( come pure oggi ) né associazione , ed è aperta a chiunque voglia collaborare con questa battaglia ideale .

Battaglia ideale che ha , però , un obiettivo assolutamente concreto ed imprescindibile , ben individuato nel nostro manifesto riportato sul sito : abrogare la l. 194 per via referendaria ( l’unica praticabile in concreto ) , escludendo qualsiasi ipotesi di trattativa con il potere parlamentare , che verrebbe condotta ignobilmente sulla pelle del nostro prossimo .

La rinuncia al referendum, dunque, non sarebbe da noi accettata neppure dietro l’impegno (alquanto remoto ad oggi, peraltro) di quel potere a modificare in senso restrittivo la legge , modifica che potrebbe dunque solo essere frutto di una decisione unilaterale dei partiti attraverso i propri gruppi alla Camera ed al Senato .

Certo gli ostacoli sono molti ed anche gli avversari .

Circa i primi , sarebbe la prima volta nella storia della nostra repubblica che un referendum si svolgerebbe a seguito di un’iniziativa spontanea , realmente proveniente dal basso , senza l’appoggio organizzativo delle opulenti forze parlamentari , tanto che è stata inevitabile la costituzione di un’associazione “ ad hoc “ .

E le premesse sembrano avallare questo risultato .

Quanto agli avversari , sono davvero molti e cito per tutti un episodio recente .

Mi trovavo nei giorni scorsi a Rimini , al Meeting organizzato da CL , per raccogliere adesioni (come avvenuto , anche tra appartenenti all’organizzazione dell’evento) , quando , verso la fine della giornata , mi sono sentito contestare da un dichiarato esponente sessantenne del Movimento per la Vita ( il quale ultimo aveva allestito “ in loco “ uno stand , con diversi libri in vendita ) l’assenza delle dovute autorizzazioni , il che mi ha indotto a procedere nel mio intento con maggiore efficacia .

Evidentemente , la diabolica capacità persuasiva del partito radicale è tale da aver prodotto effetti anche in taluni ( mi auguro pochi ) militanti del suo storico avversario di trent’anni fa ( verso il quale ho ad oggi espresso solo parole di elogio , in memoria di un passato glorioso , quanto meno nelle intenzioni ) , che si surrogano ai pannelliani in loro assenza per contestare le iniziative rivolte contro la tanto ( giustamente ) vituperata legge 194 .

Non escluderei , per il futuro , operazioni di disturbo , emulative o di forte dissenso .

Del resto già nel maggio dello scorso anno un esponente milanese del MPV , nella mia città , mi pronosticò un breve durata dell’operazione , evidentemente sbagliandosi , e , comunque , la sua inutilità , in quanto , a suo dire , la Corte europea dei diritti dell’uomo avrebbe escluso la sovranità legislativa dei singoli paesi dell’UE in materia con un’imminente sentenza , poi emessa nel dicembre sempre del 2010 ed avente contenuto opposto , come ho ricordato nel mio articolo pubblicato il 31-3-2011 .

Invito , quindi , tutti gli aderenti alla nostra iniziativa a non scoraggiarsi per le possibili azioni e prese di posizione contrarie provenienti per lo più da alcuni vertici ( le basi ci stanno appoggiando , anche lanciando strali verso le organizzazioni di appartenenza ) di una parte del mondo pro life e cattolico, che potrebbero percepirci come concorrenziali , proprio perché queste azioni e prese di posizione potrebbero essere tutt’altro che obiettive e disinteressate , ma animate da un atteggiamento più ostico ancora di quello dei nostri avversari sul piano ideale .

D’altro canto , una volta approvato con l’adesione il manifesto , l’iscritto che , cadendo in contraddizione con se stesso , dovesse contestare la ( non negoziabile ) finalità referendario-abrogativa dell’iniziativa consacrata in quel testo si porrebbe automaticamente e da solo al di fuori dell’operazione .

Ricordo per gli aderenti capitolini la conferenza di Roma del 8-10-2011 , ore 18,30 , presso l’Hotel Polo , quartiere Parioli .

Sarà anche un’altra occasione per ringraziare la gente che ci sta appoggiando con tanta passione e che sta fattivamente collaborando con noi .

Con l’augurio che tanti ancora , tra i 2 500 già iscritti ed i successivi aderenti , vogliano impegnarsi ulteriormente in questa battaglia , esprimendo , quindi , la loro aggiuntiva disponibilità a partecipare alla futura raccolta delle firme ed a dedicare a tale incombente qualche ora del proprio tempo .  

Pietro Guerini – Portavoce nazionale no194

Pubblicato su www.riscossacristiana.it il 31-8-2011

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NUOVO REFERENDUM ABROGATIVO DELLA L. 194 IN MATERIA DI ABORTO : IL VENTO CATTOLICO SOFFIA SU POLONIA ED UNGHERIA

E’ stato dato giustamente spazio in queste settimane a due notizie di rilevanza legislativa in materia di aborto in àmbito europeo .

Anzitutto , nella Costituzione ungherese , approvata dal Parlamento il 26-4-2011 , è stata inserita la protezione della vita sin dal concepimento , secondo quanto auspicato dal governo di coalizione di centrodestra , forte di un’ampia maggioranza , guidato da Victor Orban .

Da tale approvazione , purtroppo , non discende automaticamente l’illegittimità dell’attuale normativa abortista , che implica un ulteriore intervento a livello legislativo .

In Polonia è stata depositata una legge di iniziativa popolare che dispone l’illegalità di qualsiasi evento abortivo , che ha raccolto 600 000 firme con il consistente , esemplare ed esplicito appoggio della Chiesa locale e che è stata poi approvata dalla Camera Bassa di quel Parlamento .

Affinché il testo possa assumere carattere di legge è ora indispensabile che passi al vaglio di una commissione specifica per poi superare una duplice ulteriore approvazione da parte della medesima assemblea .

Non solo , ma essa dovrebbe poi essere votata dal Senato e ottenere la promulgazione dal Capo dello Stato , in assenza della quale potrebbe divenire legge solo a seguito del conseguimento della maggioranza qualificata dei due terzi dei voti presso entrambi i rami del Parlamento .

Due segnali sicuramente molto significativi , che smitizzano l’irreversibilità della legalizzazione dell’aborto e confermano vieppiù l’assoluta autonomia delle singole nazioni nel disciplinare questo tragico fenomeno , suggellata dalle recenti pronunce della Corte di Giustizia .

Ciò premesso , non condivido l’analisi degli eventi polacco-ungheresi che è stata fatta da alcuni osservatori , i quali hanno parlato genericamente di vento dell’Est che spirerebbe in chiave antiabortista .

A sostegno di tale tesi , è stata citata una riforma legislativa di segno analogo che sarebbe avvenuta in Russia .

In realtà , in quel paese l’interruzione volontaria di gravidanza è ancora legale sino al settimo mese di gravidanza ed è stata solo diffusa due anni or sono una circolare molto politica del tutto preliminare rispetto a qualsiasi intervento di carattere legislativo , che si ritiene possa al limite tradursi nel riconoscimento di una sorta di obiezione di coscienza in capo al singolo medico .

Il panorama legislativo della zona orientale europea è , invero , significativamente ancor più desolante di quello occidentale , in quanto il laicismo diffuso che caratterizza in generale il nostro continente è stato aggravato in quei paesi da decenni di ateismo di stato , aventi come corollario l’assenza di qualsiasi libertà religiosa e , nello specifico , la concezione dell’aborto come dominante forma di contraccezione .

Emblematicamente l’URSS è stata la prima nazione a legalizzare l’aborto nel 1921 .

E non a caso oggi nell’Est Europa il fenomeno abortivo è ancor più diffuso che nella parte occidentale del vecchio continente ( in Russia riguarda addirittura più del 60% delle gravidanze e nella stessa Ungheria costituisce anche attualmente l’epilogo del 40% delle medesime ) .

Addirittura la Romania è il paese con la più alta percentuale di aborti al mondo ( 75% ) .

E’ , a mio avviso , evidente , piuttosto , che la matrice di queste due lodevoli azioni normative va ricercata in una reazione della cultura cattolica ( preponderante in Polonia ed ancora ben presente in Ungheria ) ad un sistema di valori laicista , al quale la quasi totalità dei paesi orientali si richiama tutt’oggi in modo ferreo , esattamente come avviene , ad esempio , in Francia o in Inghilterra o in Olanda .

Decisivamente indicativi sono al riguardo , nel caso magiaro , altri elementi novativi introdotti nell’occasione e per nulla rispondenti ad esigenze socio-economiche , quali l’invocazione della responsabilità di fronte a Dio dei Parlamentari che approvano la Costituzione e la formalizzazione costituzionale dello stemma nazionale centrato sulla Santa Corona e su Santo Stefano , simboli dell’eredità storica cristiana dell’Ungheria .

Assai promettente è l’intento di quei due paesi di incamminarsi verso il massimo livello di civiltà europeo , rappresentato dalla legislazione irlandese , che prevede una tutela costituzionale del diritto alla nascita , da cui discende direttamente l’ammissibilità dell’interruzione volontaria di gravidanza solo nell’ipotesi di pericolo di vita della madre .

Tre nazioni , queste , che hanno tratto dall’identità religiosa cattolica la forza culturale e spirituale per contrapporsi all’imperialismo di scomodi vicini , i cui effetti sono ancora in qualche caso permanenti .

Identità religiosa alla quale si richiamano esplicitamente parecchi tra gli aderenti alla nostra iniziativa , che ha compiuto in questi giorni due anni di vita .

Come intuibile per chiunque non creda nelle favole , tra cui quella che si traduce nell’auspicio che politici sedicenti cattolici possano impegnarsi nel nostro paese concretamente contro l’avvenuta legalizzazione dell’aborto , una proposta di legge di iniziativa popolare avente il contenuto di quella polacca in Italia sarebbe del tutto impraticabile , in quanto i Parlamentari la cestinerebbero o la relegherebbero nel più recondito dei loro cassetti , in linea con la condotta che hanno mantenuto in questo trentennio successivo al primo referendum .

Nel nostro paese , quindi , la pubblica opinione deve agire autonomamente ( e senza cercare intermediari nel potere legislativo ) attraverso l’unico strumento che le viene concesso dall’ordinamento giuridico per abrogare le leggi vigenti , quello referendario .

Strumento che ho invocato dal 18-7-2009 quando ho pubblicato sul web il primo articolo con il quale intendevo farmi promotore di un nuovo referendum abrogativo della L. 194 , che dal 1978 ha reso legale la pratica abortiva nel nostro paese , pubblicazione da cui è nato il 28-9-2009 il sito www.no194.org attraverso il quale si raccolgono le adesioni all’iniziativa , oggi giunte al numero di 1 600 ( oltre 1 400 negli ultimi 6 mesi e mezzo ) .

E , se si è realmente antiabortisti , è importante divulgare la nostra operazione , così anche vanificando patetiche attività di disturbo , affinché coloro che condividono la necessità di abrogare quella legge siano consapevoli dell’esistenza da oltre due anni di una struttura già attiva come la nostra , caratterizzata da un sito , un manifesto , un elevato numero di iscritti , un’attività divulgativa , un programma operativo e delle scadenze , con obiettivi anche intermedi ben definiti .

Ricordo che , in linea con la tempistica preannunciata , ad agosto provvederò ad elaborare i cinque quesiti referendari e che da settembre inizierò a pianificare la raccolta materiale delle firme sul territorio , contattando gli aderenti , per riscontrare il numero e l’identità dei soggetti disponibili ad impegnarsi fattivamente per costituire “ in loco “ nuclei di volontari a ciò finalizzati .

E ricordo che , tra le altre , ad ottobre terremo due conferenze nella capitale , la prima delle quali il giorno 8 alle ore 18,30 , presso l’Hotel Polo , in zona Parioli .

Colgo l’occasione per ringraziare coloro che stanno lavorando per questa iniziativa , inviandomi adesioni da tutta Italia ed organizzando eventi divulgativi .

Mi auguro che molti ancora possano impegnarsi per queste incombenze e per le nuove che ci attendono . 

Pietro Guerini – Portavoce nazionale no194

 Pubblicato su www.riscossacristiana.it il 29-7-2011

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NUOVO REFERENDUM ABROGATIVO DELLA L. 194 IN MATERIA DI ABORTO : LA CADUTA DEL DUPLICE MITO DELL’IRRAGGIUNGIBILITA’ DEL QUORUM E DELLA SUDDITANZA DELL’ELETTORE AL PARTITO

Tra le diverse obiezioni che mi sono state sollevate quanto , due anni or sono , ho promosso l’iniziativa neoreferendaria , da cui è nato il sito www.no194.org , attraverso il quale si raccolgono le adesioni alla stessa , due hanno trovato un’inequivocabile smentita nelle recenti analoghe consultazioni .

Un’eccezione di carattere generale faceva leva sul fallimento dei referendum abrogativi dal 1995 ad oggi , che si erano chiusi con il mancato conseguimento del quorum del 50% dei votanti sul numero complessivo di elettori chiamati alle urne .

Ebbi modo di affermare da subito che la disaffezione dei nostri connazionali non era diretta verso un istituto che rappresenta il trionfo della democrazia , in quanto il cittadino attraverso esso può rigettare il prodotto dell’attività del parlamentare che ha eletto , ma verso i temi che erano stati via via sottoposti a giudizio popolare .

E ribadisco che una consultazione avente come oggetto la vita di altri esseri umani non può essere ritenuta priva di generale interesse , almeno alla pari di quelle riguardanti la natura pubblica dell’acqua , il nucleare o il legittimo impedimento .

Il referendum del 2005 sulla fecondazione medicalmente assistita , a prescindere dal contenuto fortemente ideale dell’astensionismo che ne determinò un totale insuccesso , aveva risvolti tecnicistici di non diffusa conoscenza , mentre il concetto di aborto è già noto a tutti i ragazzini di 14-15 anni .

Una seconda eccezione che veniva e viene sollevata attiene alle posizioni assunte dalle forze politiche sul merito della questione sottesa .

In particolare , si sottolineava come tutti i partiti rappresentati in Parlamento fossero d’accordo nel sostenere la validità di quella legge e come fosse , quindi , impossibile intraprendere con successo tale iniziativa in assenza di un loro appoggio .

Questa duplice asserzione è sicuramente valida nella premessa , non nelle conclusioni .

La classe parlamentare ha espressamente o , nella minoranza dei casi , tacitamente difeso la 194 , dimostrando di fatto una grossa sensibilità verso gli interessi di comodo degli elettori , dal cui consenso essa dipende , e nessuna sensibilità nei riguardi degli interessi vitali dei concepiti , che elettori non sono .

Ma da ciò non deve discendere automaticamente il fallimento di un’azione come quella da noi esercitata .

E’ senz’altro difficile intraprendere un’operazione referendaria senza l’appoggio dei partiti , delle loro strutture organizzative , dei cospicui finanziamenti o rimborsi statali ( per limitarci ad essi ) di cui possono godere e dei loro organi di stampa , ufficiali ed ufficiosi .

Una difficoltà che abbiamo riscontrato , senza alcuna sorpresa , sulla nostra pelle nella fase iniziale dell’iniziativa .

Il comitato promotore dei quattro referendum su cui siamo stati chiamati a votare il 12 e 13 giugno aveva alle spalle un’area politica molto vasta e tradizionalmente opulenta che si estende dal centro sinistra alla sinistra estrema ed ha ricevuto il supporto anche di altre formazioni .

Ma quando un princìpio ideale e giuridico è condiviso nell’animo e nella coscienza del singolo esso è destinato a travolgere ostacoli strutturali e logistici che possono apparire insormontabili .

Ed ecco il secondo insegnamento che si ricava dai recenti referendum .

Molti elettori dei partiti che avevano emanato quelle leggi attraverso i propri gruppi parlamentari hanno votato per la loro abrogazione seguendo le proprie convinzioni personali e senza che ciò , tra l’altro e presumibilmente , determini alcun mutamento delle loro future scelte partitiche .

Come ho sottolineato sin dal mio primo pezzo , l’elettore è sempre meno un suddito delle segreterie di partito e un mero esecutore delle loro decisioni , tanto che appare oggi davvero patetica la definizione secondo cui il partito stesso lascerebbe al proprio elettore “ libertà di voto “ .

Una libertà che l’elettore già si attribuisce senza chiedere autorizzazioni a nessuno .

Non è un caso che un noto politico , dopo aver per primo affermato in modo del tutto esplicito che oggigiorno i cittadini non seguirebbero più né ideologie né ideali , ma i leaders ( categoria nella quale egli riteneva di rientrare ) , dopo aver operato una conversione totale delle tesi ( condivisibili o meno ) che aveva sostenuto per decenni , abbia costituito un partito che vanta di fatto percentuali di consenso da prefisso telefonico .

L’elettore non si lascia condizionare dalle abbronzature o dal colore delle cravatte ( elementi su cui alcuni osservatori si soffermano come fossero fondamentali per l’acquisizione del consenso ) ma dagli ideali (e dalla coerenza nella loro affermazione ) , auspicabilmente a partire da quelli che attengono alla vita dei propri simili .

Credo che anche le 1 500 adesioni che abbiamo raggiunto ( oltre 1 300 delle quali negli ultimi 5 mesi e mezzo ) , senza appoggio di forze parlamentari e dei media , lo stiano a testimoniare .  

Pietro Guerini – Portavoce nazionale no194

 Pubblicato su www.riscossacristiana.it il 30-6-2011

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NUOVO REFERENDUM ABROGATIVO DELLA L. 194 IN MATERIA DI ABORTO : RAGGIUNTE LE 1 300 ADESIONI

Quando il 12-1-2011 ho iniziato anche a gestire il sito www.no194.org , attraverso il quale si raccolgono le adesioni all’iniziativa neoreferendaria , dopo aver promosso l’operazione nel 2009 , contavamo 183 iscrizioni e mi posi come obiettivo il raggiungimento di quota 1 000 entro fine luglio .

Una previsione che poteva forse ritenersi ottimistica .

In realtà , in questi giorni , quindi a fine maggio , abbiamo toccato le 1 300 adesioni .

Il positivo sviluppo della nostra campagna deve molto a Riscossa Cristiana , che ci sta dando spazio da un anno e mezzo a questa parte , grazie alla grande sensibilità del suo direttore , che mi affianca nelle diverse conferenze che ci vengono organizzate .

Il risultato è stato reso possibile anche dalla collaborazione di alcune organizzazioni di area cattolica che hanno aderito all’iniziativa non appena richiesto ( cito , ad esempio e scusandomi per eventuali dimenticanze , il Movimento d’Amore San Juan Diego, Ora et labora in difesa della Vita , Militia Christi , che significativamente riportano l’invito ad aderire all’operazione già nella home page dei loro siti , senza nulla aver mai chiesto come contropartita ) e di altre formazioni non rigidamente riconducili a quella definizione .

E notevole è stato il lavoro di alcuni nostri iscritti ( la matematica , tra l’altro , rivela che il primato di adesioni raccolte dai singoli spetta a due donne ) .

Utilissimi sono stati i due eventi ( ben ) organizzati il 22 a Roma ed il 28 a Desenzano .

Nella capitale si sono prodigati lodevolmente alcuni nostri aderenti ed altre persone esterne .

Nella successiva manifestazione bresciana , ho operato unitamente a due validi iscritti e altri volontari ( facendo nel nostro complesso pressoché il pieno dei partecipanti , lo posso affermare proprio in quanto presente ) sin dal raduno e soprattutto all’esterno della sala conferenze .

Provvidenziale al riguardo si è rivelato il rigetto della mia richiesta di poter esporre per 5 minuti l’iniziativa nel dibattito fissato per il pomeriggio ( durato poi 4 ore ) espressomi per iscritto due mesi or sono da parte di uno degli organizzatori , che da diverso tempo lamenta nei suoi articoli l’immobilismo che affliggerebbe il principale movimento antiabortista italiano .

Un rigetto motivato testualmente con argomentazioni rigidamente conservatrici , in forza delle quali non ero titolato a partecipare alla tavola rotonda in quanto essa era riservata a coloro che avevano fatto la storia del mondo pro life nazionale .

Ho potuto in tal modo dedicarmi totalmente ad incrementare , mediante il rapporto diretto con i partecipanti , la consistenza di un movimento che intende operare per conseguire un obiettivo concreto , ancorché di non facile attuazione , l’unico che ( a livello di politica antiabortista e , quindi , fatte salve la straordinaria utilità e portata umana del volontariato nonché l’importanza dell’attività culturale ) rappresenta una rottura rispetto all’immobilismo sopra evocato ( a prescindere dall’identità delle organizzazioni a cui esso possa riferirsi ) , vale a dire ottenere l’abrogazione di quella legge che tanto viene criticata con numerose pubblicazioni .

La marea di adesioni che , nonostante i tanti ostacoli , sta confluendo attorno a questo obiettivo comprova che il nostro mondo ( in particolare , la sua base ) vuole battersi per difendere concretamente a livello legislativo i propri ideali e non limitarsi a denunciare e descrivere un fenomeno drammatico .

Alcune riviste e circoli hanno dimostrato in questi giorni di aver compreso questo effetto positivo della nostra azione , sostenendo per la prima volta dopo anni tesi abrogazioniste .

Ringrazio tutti .

  

Pietro Guerini – Portavoce nazionale no194

Pubblicato su www.riscossacristiana.it il 31-5-2011

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NUOVO REFERENDUM ABROGATIVO DELLA L. 194 : ABORTO E MONDO ECCLESIASTICO

Le argomentazioni a sostegno dell’iniziativa neo-referendaria , a cui si può aderire attraverso il sito www.no194.org sotto “ Aderisci ! “ , alla quali da sempre faccio richiamo sono essenzialmente di carattere razional-giuridico .

Ciò non solo per la mia formazione , ma soprattutto perché nessuno ( neppure un ateo ) , in quanto cittadino , può sottrarsi al confronto sui parametri giuridici , a differenza di quanto può avvenire per quelli religiosi .

Un’impostazione di fondo che non prescinde , ovviamente , dall’alto valore spirituale delle tesi cosiddette antiabortiste .

Lungi da me l’intenzione di strumentalizzare opinioni tanto autorevoli come quelle espresse in materia di aborto dai Pontefici , ma , in quest’epoca caratterizzata da una certa confusione , trovo interessante ricordare gli interventi effettuati degli ultimi Papi su tale tragica piaga .

Il 22 maggio 2003 , in occasione del venticinquesimo anniversario dall’entrata in vigore della 194 , Papa Giovanni Paolo II dichiarò : “ Non può esserci pace autentica senza il rispetto della Vita , specie se innocente e indifesa come quella dei bambini non ancora nati . “ , “ Nessuna azione per la pace può essere efficace se non ci si oppone con la stessa forza agli attacchi contro la Vita in ogni sua fase , dal suo sorgere sino al naturale tramonto “ .

Del resto nella “ Evangelium vitae “ del 1995 , il Pontefice polacco affermò inequivocabilmente che “ L’aborto procurato è l’uccisione deliberata e diretta , comunque venga attuata , di un essere umano nella fase iniziale della sua esistenza , compresa tra il concepimento e la nascita “ .

Papa Benedetto XVI  , in occasione del trentennale dall’entrata in vigore della legge che vogliamo abrogare , quindi il 22 maggio 2008 , non fece certo affermazioni di tenore diverso : “ L’aver permesso di ricorrere all’interruzione volontaria di gravidanza ha aperto un’ulteriore ferita nella nostra società. Difendere la Vita umana è diventato oggi praticamente più difficile , perché si è creata una mentalità di progressivo svilimento del suo valore “ , “ Da quando in Italia è stato legalizzato l’aborto ne è derivato un minor rispetto per la persona umana , valore che sta alla base di ogni civile convivenza , al di là di ogni fede “ .

Di recente , il 27 febbraio 2011 , Sua Santità ha sottolineato come L’aborto non è mai terapeutico, i medici che convincono le donne ad abortire le ingannano “ .

Come si può notare , la condanna espressa dal vertice assoluto della Chiesa cattolica è rivolta non solo contro l’aborto , ma pure esplicitamente contro la legge 194 .

Questo in risposta a certi macchiavellismi che pervadono anche il cosiddetto mondo antiabortista , secondo i quali l’aborto sarebbe un fenomeno tragico e gravissimo , ma la legge 194 sarebbe intoccabile , anzi da attuare pienamente , sotto il profilo di una valorizzazione dei consultori familiari , quale unico elemento di dibattito con l’area ha partorito tale legge .

Una linea che trova una robusta sponda politico-parlamentare , al punto di essere ufficialmente condivisa dal leader dell’UDC Pierferdinando Casini .

Ed una linea che è presente pure all’interno della Chiesa , mi auguro in misura decisamente minoritaria .

Don Gallo , in una recente intervista televisiva a “ Le invasioni barbariche “ , ha criticato espressamente “ la chiusura ecclesiastica sul tema dell’aborto “ , difendendo una volta di più il tenore della 194 .

In pratica , il Sacerdote genovese , con la sua posizione , compie una rilettura dei princìpi fondamentali che caratterizzano il cattolicesimo , che si può tradurre come segue : “ Ama in modo tanto onnipotente te stesso al punto che , qualora ne ravvisi la necessità , puoi sopprimere il prossimo tuo “ , “ Onora il padre e la madre , ma, se vuoi , elimina tuo figlio “ , “ Gli ultimi saranno i primi , sempre che tu ritenga necessario farli nascere “ , “ Non uccidere , al limite sopprimi un individuo durante il concepimento “ .

Le teorie innovative di Don Gallo rappresentano solo la versione esplicita di un atteggiamento conservatore anche interno al mondo ecclesiastico verso la legislazione vigente in materia .

Quando ho cercato di organizzare la mia prima conferenza , mi sono rivolto ad un anziano collega del prevosto ligure , il quale , dopo un certo entusiasmo iniziale , ha preferito soprassedere dai suoi propositi , esprimendo il timore che le mie posizioni potessero suscitare polemiche .      

Meglio il quieto vivere .

Ecco che , ragionando a tale stregua , il popolo si creerebbe la propria religione , storicizzando quella precedente ed indicando implicitamente alla Chiesa i princìpi che deve professare , con l’incombente sanzione dell’impopolarità e della polemica .

In realtà , questo atteggiamento si traduce in una sottomissione acquiescente a tendenze sostenute da ambienti organizzati e minoritari , creando controproducente sconcerto e disorientamento in coloro che invece si riconoscono nel messaggio cristiano .    

Pertanto , la legge 194 ha “ creato una mentalità di progressivo svilimento del valore della vita , al punto di renderne più difficile la difesa “ , ed ha legalizzato “ l’uccisione deliberata e diretta di un essere umano nella fase iniziale della sua esistenza “ , ma sarebbe opportuno non appoggiare neppure nelle forme più indirette iniziative oggettivamente dirette ad ottenerne l’abrogazione .

In tal modo si avallano le tesi e gli auspici laicisti secondo cui gli appartenenti al clero debbono essere spettatori dei mutamenti sociali , quali unici cittadini esclusi dal dibattito democratico , ai quali dev’essere negato il diritto di esprimere le proprie opinioni e di agire a sostegno delle stesse .   

Nella fattispecie , se una legge viene così duramente stigmatizzata dai Pontefici ( che ricoprono un ruolo anche gerarchico all’interno della Chiesa ) , credo sia ovvio dedurre che essi siano contrari alla sua vigenza e siano , dunque , favorevoli alla sua abrogazione .

L’abrogazione di una legge non può che avvenire nel rispetto dell’ordinamento giuridico a cui essa si riferisce .

Nel nostro paese , in astratto , ciò potrebbe compiersi solo in due modi : per via parlamentare o per via referendaria .

Il curriculum antiabortista dei nostri parlamentari , maturato in questi 33 anni dalla promulgazione della 194 , è totalmente nullo , se è vero che essi , compresi i sedicenti cattolici , non hanno ritenuto opportuno presentare un solo disegno di legge contro quella legge .

Non vi è , dunque , altra via che quella referendaria .

Se davvero si vogliono tradurre in concreto dei princìpi , è inevitabile sostenere le iniziative che si muovono in quella direzione .

Ecco perché confido in un appoggio logistico da parte delle strutture che ruotano attorno al mondo ecclesiastico , a partire dalle parrocchie , una volta che la nostra operazione avrà raggiunto un numero di aderenti ( ad oggi circa 600 ) tale da poter pianificare con gli stessi sul territorio la materiale raccolta delle firme .

Il tutto nella piena consapevolezza che la Chiesa non può farsi promotrice di un referendum , il che consente anche di scongiurare in radice la riferibilità ai suoi componenti dell’umana ( non diffusissima e non costruttiva ) tendenza a considerare errato ed inopportuno tutto ciò che , pur in linea con i propri princìpi , non si propone in prima persona , per poi tentare grottescamente di giustificare tale atteggiamento psicologico con contradditorie argomentazioni per nulla razionali , attinte in modo paradossale e significativo dal versante ideale opposto .

Sarebbe anche l’occasione per dimostrare una volta per tutte ed inequivocabilmente all’intera collettività , ai fedeli in particolare ed a se stessi che la Chiesa cattolica si muove di fatto in linea con il Magistero del Sommo Pontefice ( e nel rispetto della sua autorità spirituale ) e non di Don Gallo .

 

Pietro Guerini – Portavoce nazionale no194

 Pubblicato su www.riscossacristiana.it il 30-4-2011 

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