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ABORTO E FAMIGLIA : L’ABROGAZIONE DELLA L. 194 – ATTO FONDAMENTALE PER SALVARE LA NOSTRA SOCIETA‘

Il clima natalizio ci spinge a pensare con particolare intensità alla famiglia ed alla nascita .

1 ) Secondo una definizione molto utilizzata , la famiglia rappresenta la cellula fondamentale della nostra società .

Di fatto , le due figure genitoriali assumono un’importanza centrale nella vita di un individuo , sotto l’aspetto materiale , educativo ed affettivo .

La disgregazione della famiglia e la precarietà familiare non possono che produrre effetti pregiudizievoli su un figlio .

Del pari , il riconoscimento giuridico di figure alternative alla famiglia tradizionale a cui estendere l’istituto dell’adozione non può che trasmettere in colui che si trovi a crescere in esse una visione sminuita della connotazione potenzialmente riproduttiva della coppia genitoriale .

Concetti inattaccabili , se non ispirandosi a fanatismi ideologici tesi a deformare una realtà del tutto oggettiva .

La fase terminale della convivenza coniugale ( quindi relativa alla famiglia tradizionale , in particolare , fondata sul matrimonio , l’unica del resto che può adottare figli , in presenza di una convivenza almeno triennale , e quindi secondo molti l’unica che può essere realmente definita tradizionale ) non può essere sconosciuta a chi opera nel mio ambito professionale .

Alla pari di un medico , il legale si trova in tali fattispecie ad affrontare e gestire una patologia ( non fisica bensì familiare ) del tutto indipendente dal suo operato , ma a differenza del primo egli non può provare la soddisfazione di risolverla, giacché il solo tentativo di adoperarsi in tal senso con il cliente intenzionato a porre fine alla convivenza suscita la sua scontata indignazione , avendo egli esperito , quando si reca da un avvocato, ogni eventuale tentativo ritenuto necessario per salvare il matrimonio .

Considerando congiuntamente i due problemi soprevocati ( disgregazione e precarietà familiare da un lato e riconoscimento giuridico di figure alternative alla famiglia tradizionale legittimate all’adozione dall’altro ) e tenendo presente la mia esperienza professionale , credo di poter affermare che l’attacco fondamentale alla famiglia tradizionale ( sempre , in particolare , fondata sul matrimonio ) venga sferrato da coloro che tradiscono il coniuge o che si prodigano nella frequentazione sessuale di soggetti coniugati , spesso non tanto attratti dalle loro qualità ma dal desiderio di arrecare del male al proprio coniuge o ad altra persona del proprio sesso ed ai suoi figli .

Almeno nel 70 % delle separazioni , infatti , s’intravede sullo sfondo una terza se non una quarta persona .

Ricordo che tra i 9 milioni di maschi italiani che frequentano prostitute , i due terzi sembra siano coniugati ed un quinto conviventi .

Orbene , se è più facile criticare una normativa ( tanto più se diretta a superare le limitazioni circa le attribuzioni di un soggetto fisiologicamente diverso da noi , a prescindere dagli sconfinamenti per così dire culturali ) che rinunciare ai propri comodi ( in violazione pacifica di un comandamento , sia detto per i cattolici  ) , sarebbe forse opportuno in linea di princìpio manifestare ed esporsi contro quella normativa solo dopo aver fatto i conti con la propria coscienza .

In realtà , i tentativi di snaturare la concezione tradizionale del matrimonio , della famiglia e dell’adozione debbono coinvolgere tutti coloro che avvertono la necessità di salvare la natura essenziale della cellula fondamentale della società , auspicabilmente senza lasciarsi condizionare dalle inesattezze divulgate negli ultimi mesi circa i pericoli che l’entrata in vigore dell’incostituzionalissimo ed ultraideologico ddl Scalfarotto ( cosiddetta legge contro l’omofobia ) arrecherebbe alla libertà di opinione .

Una libertà costituzionalmente blindata dall’art. 21 della carta , al punto da rendere inapplicata da quasi 70 anni non una semplice legge ordinaria ( quale sarebbe tale decreto una volta entrato in vigore ) , ma addirittura una norma di carattere pure costituzionale ( la XII disposizione transitoria e finale ) che vieta la ricostituzione del partito fascista , qualora una condotta si limiti ad elogiare quel periodo o aspetti di quella ideologia senza trascendere in atti diretti alla costituzione di un’organizzazione antidemocratica .

Il quadro normativo non è certo mutato con la legge ( del resto meramente ordinaria ) Mancino , che dal 1993 ad oggi ha anzi favorito il pullulare di partiti non antifascisti al netto di rivendicazioni connotabili come razziste , creando paradossalmente a ciascuno dei problemi di visibilità .

2 ) Analogamente , debbono attivarsi tutti coloro che hanno a cuore non il diritto di un bambino di crescere in una famiglia in cui siano ben definite le figure genitoriali maschile e femminile , da riprodurre in un futuro nella sua costituenda famiglia , potenzialmente deputate pure alla procreazione , ma addirittura il suo stesso diritto di nascere , anche qualora abbiano beneficiato personalmente della vigenza di una normativa che ha legalizzato nel 1978 la soppressione del nostro simile più debole .

La consapevolezza di un proprio gravissimo errore ( che in uno stato civile avrebbe dovuto essere punito con una sanzione penale emessa al termine di un normale procedimento, ma che spesso è proprio figlio dell’assenza di quel precetto-divieto legislativo e della conseguente inconsapevolezza culturale del radicale disvalore sociale che esprime l’atto abortivo di per sè) e il profondo pentimento che ad essa consegue costituiscono talvolta la motivazione che spinge ad iscriversi al nostro comitato .

Un comitato nel quale , tra l’altro , si registra una presenza femminile sempre più forte e sempre più efficace , a smentire l‘autoassolutoria sindacalizzazione di genere , che tanto rende ridicolo l’uomo che tende a scaricare sull’altra parte del cielo tutte le colpe della società .

Non esiste un genere buono e uno cattivo , esistono condotte positive e negative , e le seconde, se gravi , vanno sanzionate , tanto più se a tutela del nostro prossimo ( di sesso maschile o femminile ) più debole (e a maggior ragione se al fine di salvaguardarne la nascita), al quale anzitutto uno Stato degno di questo nome deve garantire una tutela giuridica, senza preoccuparsi delle conseguenze che in termini di minor comodità tale tutela possa arrecare al soggetto che intende far subire la propria azione ad un suo simile , determinandone la soppressione .

Se non è sanzionabile chi attenta alla famiglia , lo deve essere chi sopprime e fa sopprimere il più debole tra gli esseri umani , il quale ultimo deve avere il diritto di nascere a prescindere dalla situazione familiare e dallo stato civile dei suoi genitori .

Che qualche estimatore della 194 guardi a quel bimbo nella mangiatoia riflettendo su tale concetto .

Per lottare con noi per l’abrogazione di tale legge per via referendaria ( l’unica praticabile ) aderite al comitato NO194 tramite il nostro sito www.no194.org .

Auguri a tutti .

Pietro Guerini – Presidente e portavoce nazionale NO194

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LETTERA APERTA AGLI ISCRITTI AL MOVIMENTO PER LA VITA ANCORA CONVINTI CHE LA 194 ANDREBBE ABROGATA CON UN REFERENDUM : ADERITE AL COMITATO NO194

Nel lontano 1981 si svolse il primo referendum abrogativo della legge 194 .

Quella consultazione fu organizzata dal Movimento per la Vita che dimostrò , a differenza di altri gruppi o singoli pro life , di comprendere l’importanza della legge nella determinazione dei comportamenti degli individui , la sua funzione culturale .

L’esito negativo di quella consultazione fu figlio non solo di un clima politico-massmediatico particolarmente difficile , pesantemente connotato in termini ideologici , ma anche di una serie di errori , che peraltro vengono compiuti da chi opera e non da chi si limita a criticare senza un progetto ( se non editorial-commerciale ) , ed anche in questo senso il MPV si distingue da altre realtà di area .

Anzitutto , gli organizzatori di quella consultazione non riuscirono mai ad affrancarsi ( e forse non lo vollero neppure realmente ) dalla loro immediata identificazione con una formazione politica , sia pur di maggioranza relativa nel paese e caratterizzatasi in parte quanto meno per silenzi , neutralismi , omissioni e distinguo strategici .

Come ho sempre sostenuto , sin dal momento in cui ho fondato il comitato NO194 , una battaglia come questa deve prescindere dalle sigle di partito , onde scongiurare strumentalizzazioni di sorta destinate a segnarne l’esito in senso negativo , e deve sottrarsi a schieramenti e veti , aprendosi liberamente e a 360 gradi verso tutte le possibilità divulgative .

In secondo luogo , il MPV apparve agli occhi dell’opinione pubblica come un’organizzazione confessionale , che operava nell’ambito di una diatriba laici-cattolici , destinata per ragioni numeriche ad una inesorabile sconfitta dei secondi .

Un conto è essere credenti , condizione che mi riguarda pienamente , altro è avvinghiarsi esclusivamente alle proprie convinzioni religiose in mancanza di ulteriori argomenti che possano rafforzare una tesi e ampliare il consenso .

Argomenti che nel nostro caso non mancano davvero ed ai quali ricorriamo ampiamente per sostenere la nostra iniziativa .

Ci furono , poi , una serie di errori di carattere tecnico , non il più clamoroso dei quali la scelta del trimestre di raccolta delle firme in estate ( del 1980 ) , coinvolgendo così pienamente il periodo in cui gli italiani sono meno presenti sul territorio nazionale e sono più distratti da impegni di ogni tipo ( anche civici e di coscienza ) .

Un errore che Pannella , a prescindere dalla legittimità in termini temporali della sua raccolta , è riuscito a perfezionare quest’anno , ricorrendo al periodo metà giugno-metà settembre , forse al fine di coinvolgere con certezza le ferie di qualsiasi italiano .

Certo , i radicali hanno rispetto a noi ben altri strumenti , forti non certo del fresco 0,2% di consensi ottenuto alla recenti elezioni politiche , ma dei 5 milioni di euro che ogni anno da un quarto di secolo noi contribuenti versiamo alla loro emittente radiofonica di partito e dell’aiuto fornitogli dal Pdl , nella persona del suo stesso leader , che ha apposto la propria firma ai quesiti , circostanza questa immortalata dalle telecamere e quindi non frutto della tipica dietrologia italica , e sostenuto organizzativamente con le proprie strutture lo sforzo dei promotori .

Ora, alla luce dell’esito decisamente negativo ( 68-32% ) di quel datatissimo referendum del 1981 , svoltosi in coda agli anni di piombo, nessuno ci potrà seriamente contestare di peggiorare gravemente tale curriculum con un’iniziativa diretta a ribaltare una situazione disastrosa, non condividendo che ci si crogioli nella sua contemplazione, timorosi di perdere il nulla ottenuto .

Al contrario, la sconfitta registrata in quella consultazione ha determinato in alcuni un atteggiamento di rassegnazione , che non è nient’altro che la ratifica della sconfitta medesima , permanente da oltre un trentennio .

Ecco che i vertici del MPV , ferma restando una valutazione negativa della legge , della quale non è stata ignorata l’importanza , hanno considerato la via abrogativa ( e referendaria ) assolutamente , costantemente e pubblicamente impraticabile .

Lo stesso fondatore e leader storico dell’organizzazione, On. Carlo Casini, ha così espresso la sua posizione, ormai costante da trent’anni, ad esempio in occasione del convegno nazionale dei CAV, svoltosi a Roma dal 23 al 25-11-2007: “ Non cambiamo il nostro giudizio integralmente negativo sulla 194 , ma nonostante questo e nel prioritario interesse di offrire una maggior tutela del diritto alla vita di tutti gli italiani , nati o non nati , siamo disposti a lavorare insieme alle forze politiche ed alle istituzioni per individuare alcuni aspetti che rendano questa legge meno ingiusta e disumana “.

Una posizione ribadita dal Vicepresidente del MPV Dott. Giuseppe Anzani solo un paio di anni fa , il 4 novembre 2011 , allo stesso evento ( dichiarazione riportata dal quotidiano Avvenire , a pag. 14 del suo numero del giorno successivo ) .

Nulla a che vedere , quindi , con ogni intento abrogativo .

In primo luogo , si legge in queste dichiarazioni una fiducia nelle forze politiche, non certo clamorosa in un parlamentare europeo (nelle file dell’UDC), nonostante oltre trent’anni di assoluta inattività del potere legislativo sul tema e nonostante lo stesso leader ed omonimo di quel partito Pierferdinando Casini dichiari costantemente che la 194 andrebbe pienamente attuata, con il potenziamento dei consultori familiari.

Inoltre , si auspica espressamente e remissivamente l’individuazione di “ alcuni aspetti “ su cui lavorare “ che rendano quella legge meno ingiusta e disumana “ .

E’ pacifico , quindi, un cambio di rotta compiuto dal MPV rispetto a quell’orientamento originario , abrogazionista , in quanto una legge che autorizza un fenomeno profondamente negativo non va migliorata ma abrogata , nei limiti , come ovvio , in cui ciò sia costituzionalmente possibile e nel rispetto della Vita della stessa donna , già tutelata prima dell’entrata in vigore nel 1978 della 194 , stante la vigenza e l’applicazione giurisprudenziale della scriminante di cui all’art. 54 c.p. ( stato di necessità ) nel caso che quella Vita fosse posta in grave pericolo dalla prosecuzione della gravidanza ( un’eventualità , tanto più oggi , assolutamente remota ) .

Ebbene , noi a quell’orientamento abrogazionista ci siamo sempre ispirati e , pur nel personale rispetto verso una figura gloriosa del nostro mondo , come quella dell’on. Carlo Casini , stiamo conducendo una battaglia per riproporre quella consultazione , con una struttura che conta oggi quasi 20 000 aderenti e un numero importante di attivisti .

A tal ultimo proposito , invito tutti gli aderenti a NO94 a comunicare il proprio impegno , anche rinnovando non certo la propria iscrizione ma la loro dichiarazione di disponibilità a contribuire attivamente a questa iniziativa civica come volontari per la raccolta ufficiale delle firme , dandone comunicazione al referente provinciale, o , in sua assenza o conoscenza , al sottoscritto scrivendomi a no194@hotmail.it .

Ed invito gli iscritti al MPV che condividano la scelta originaria di tale organizzazione a procedere analogamente, iscrivendosi aggiuntivamente, se non fatto in precedenza, al comitato NO194, tramite il sito www.no194.org, per proseguire questa battaglia che non può essere abbandonata .

E ciò prescindendo da ragioni strategiche e di bottega , perché un’organizzazione non deve essere un fine ma un mezzo per affermare e difendere dei princìpi , ed in nome di argomentazioni strettamente ideali , dovendosi rigettare in modo radicale tutte le giustificazioni di un mutamento di indirizzo fondate su motivazioni storiche , a prescindere dalla loro infondatezza .

Il concepito del 2013 , infatti , ha la stessa dignità del concepito del 1981 e noi , se veramente antiabortisti e non semplicemente pro life , dobbiamo combattere per la sua sopravvivenza , oggi rimessa in ossequio alla legge alla discrezione di altri , con il trionfo di tutti gli interessi non solo di comodo , ma anche economici annessi e connessi .

Avv. Pietro Guerini–Presidente nazionale comitato NO194 e associazione NO194 (www.no194.org)

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CONFERENZA: ABORTO ETERNA TRAGEDIA E NUOVO REFERENDUM

Locandina Conferenza 24.10.2013

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LETTERA APERTA AD UN CIELLINO CREDENTE : LA RICONVERSIONE DEL CATTOLICO , TRA BATTAGLIE FONDAMENTALI ( ABROGAZIONE REFERENDARIA DELLA LEGGE 194 ) E MITI DI MEZZA ESTATE

Come noto , in occasione delle presentazione della 34sima edizione del Meeting di Rimini , organizzato come sempre da Comunione e Liberazione , glorioso movimento cattolico fondato da Don Giussani , è stata invitata Emma Bonino , paladina dell’aborto libero e del laicismo più estremo, la quale è stata accolta in modo entusiastico e senza contestazioni dai presenti .

Colgo l’occasione per rivolgermi a coloro che all’interno di CL si sentano ancora credenti per invitarli ad aderire , tramite il sito www.no194.org , alla nostra iniziativa , finalizzata inequivocabilmente all’abrogazione per via referendaria della L. 194 , che ha legalizzato l’interruzione volontaria di gravidanza nel nostro paese nel 1978 .

Con questo appello intendo fornire uno strumento in più al ciellino cattolico per riflettere sulla necessità di ancorare la propria fede ed un’iniziativa concreta che affermi la difesa della Vita del nostro prossimo più debole , in risposta alla deriva che sta travolgendo l’organizzazione a cui appartiene .

Significativamente il Meeting riminese da anni ignora i valori non negoziabili e si caratterizza per dibattiti incentrati quasi esclusivamente sul danaro e sull’economia .

Nulla a che vedere con quello spirito che si respirava nei miei anni universitari alla Cattolica di Milano , nella seconda metà degli anni 80 , e che percepivo negli aderenti a quel movimento .

Forse era solo uno spirito , ma era già qualcosa , una grande fede ed una ricerca di coerenza con quella fede .

Invito , inoltre ed in generale , tutti i cattolici ( e non solo ) ad unirsi a noi in questa battaglia civile , senza lasciarsi intimorire da messaggi fuorvianti che sono stati diffusi in queste settimane a margine del dibattito sorto sulla legge sull’omofobia , che vogliono rappresentare il nostro ordinamento come caratterizzato da uno stato di repressione che travolge la libertà di pensiero della confessione religiosa cattolica e dei suoi appartenenti , al di là di una certa censura strisciante che dobbiamo subire da parte dei media .

Sollevo , anzitutto , delle forti perplessità sull’opportunità che un’entità dichiaratamente ed essenzialmente pro life competa con religiosi ( che hanno per la loro posizione , a mio avviso , dei doveri particolarmente stringenti sul piano divulgativo ) e con gruppi tradizionalisti ( spesso ben strutturati anche culturalmente ) per affrontare battaglie su questioni che non attengono alla difesa della Vita , contribuendo a diffondere senza alcuna stringente necessità l’identità , tanto cara all’opinione pubblica ufficiale , tra pro life ed estremista fuori dal mondo e dal tempo , ai margini della società in quanto custode di valori e riti lontani dal comune sentire .

Sul piano naturalistico è sin troppo facile ribadire che un omossessuale , se veramente tale , non può essere protagonista di un evento abortivo ( come madre o padre mancati a seguito del verificarsi di tale evento ) e che , quindi , alzare la voce più di chiunque su questo tema significa chiaramente rischiare di sbroccare e di andare fuori tema .

Il legame tra le due tematiche è davvero tenue , per non dire del tutto inesistente .

Faccio questo rilievo pur avendo sempre sottolineato ( senza alcun dispiacere , essendo cattolicissimo , da cui le fondamentali difese del crocifisso e dell’importanza della preghiera , ad esempio ) la centralità della cultura e del pensiero cattolico in un’operazione come la nostra , che deve , peraltro , estendersi a coloro che non credono ( e che comunque non possono impedire agli altri nostri aderenti di credere e pregare ) ma che ritengono non condivisibile la legittima soppressione di un altro individuo durante il suo concepimento .

Né voglio condizionare la libera determinazione dei nostri iscritti , che ben possono impegnarsi in una battaglia tanto sterile ( le petizioni in Italia non hanno mai prodotto alcun effetto su un testo legislativo , regolarmente cestinate dalla classe parlamentare ) quanto legittima in un paese democratico e tutt’altro che ingiustificata per alcuni aspetti davvero grotteschi di quella normativa .

In particolare , come ho sottolineato qualche mese fa nel mio articolo sul femminicidio , la normativa contro l’omofobia che è stata configurata è sostanzialmente incostituzionale già perché crea una categoria di supercittadini supertutelati rispetto a noi eterosessuali ed implica , in ogni caso, delle modalità di accertamento dell’appartenenza a quella privilegiata categoria che si tradurranno in imbarazzanti dibattimenti penali .

E’ indubbio che tale normativa dimostra una volta di più come il nostro parlamento esegua direttive comunitarie e subisca condizionamenti culturali continentali e come sia assurdo pensare che la 194 possa essere abrogata da un potere legislativo nazionale tanto condizionato da quel vento laicista .

Mi interessa , però , ricordare ( sotto il profilo strettamente giuridico e non solo per deformazione professionale , in quanto avvocato operante quotidianamente nei rami civile e penale , e quindi giurista al pari di altri ) a tutti che la libera manifestazione del pensiero è tutelata da una norma costituzionale ( l’art. 21 ) e che , in quanto tale , non può essere compressa da una legge ordinaria .

Conseguentemente nessuna legge in questo paese potrà mai impedire ad un cittadino di contestare normative contrarie alle proprie convinzioni , anche di carattere religioso , qualora le sue dichiarazioni non siano intrinsecamente criminali , in quanto inneggianti alla discriminazione o alla violenza .

Ne sono la riprova i risultati che sono conseguiti all’applicazione della stessa “ legge Mancino “ , nel corpo della quale questa normativa è in parte destinata ad essere inserita .

Tale legge aveva finalità facilmente definibili come politiche , plausibilmente mirata a colpire un’area ( quella di estrema destra ) in ossequio ai “ desiderata “ , in particolare , di un politico che intese così “ ringraziare “ coloro che gli avevano organizzato il servizio d’ordine nei suoi comizi per diversi anni .

Ebbene , dopo 20 anni di applicazione della legge Mancino registriamo la presenza di una moltitudine di gruppi di area nonantifascista mai riscontrata in precedenza , tutti perfettamente legali .

Essi non possono affermare che gli ebrei debbono essere chiusi nei forni crematori , ma penso che sia un sacrificio che la nostra democrazia può affrontare senza sentirsi impoverita .

Naturalmente questa legge , in quanto politica , non punisce certo chi incita all’odio di classe , ma non ha impedito , proprio in forza delle sentenze della magistratura , il sorgere di formazioni di quell’area ( che sono extraparlamentari a seguito dei pochi voti ottenuti in relazione alle soglie di sbarramento discutibilmente introdotte dalla legge elettorale vigente ) e non ha limitato lo scenario politico nazionale .

Analogamente , discriminare una persona per le sue tendenze sessuali è condotta ben diversa dall’esprimere opinioni contrarie al superamento degli istituti del matrimonio tradizionale , della famiglia tradizionale e dell’adozione tradizionale , nei quali , personalmente , credo in modo fermissimo e crederò sempre .

Per quale motivo non verrò mai condannato con sentenza passata in giudicato per alcun reato , a seguito di queste mie convinzioni , come di quelle che coincidono con l’affermazione della sacralità della Vita dal concepimento alla morte naturale ?

Perché l’incostituzionalità di una legge ordinaria ( che in tanti stiamo denunciando in questi giorni ) non è una sua caratteristica estetica che la rende più o meno gradevole o affascinante , ma è la condizione stessa nel nostro ordinamento per la sua perdurante applicabilità .

Dunque , se mai un PM , che pure come magistrato deve interpretare una norma tenendo presenti anzitutto i princìpi generali di tale ordinamento , a partire da quelli che discendono dalle disposizioni della nostra carta , rinviasse a giudizio un cittadino per il solo fatto di aver dichiarato la propria contrarietà al matrimonio tra persone dello stesso sesso , mai questo monstrum giuridico potrebbe superare contemporaneamente la pronuncia di incostituzionalità ( emessa dalla Corte Costituzionale , che verrebbe fatalmente investita della questione , in quanto determinante per la decisione e non certo manifestamente infondata , con sospensione del giudizio in corso ) nonché le sentenze di primo, secondo e terzo grado , travolgendo l’assennatezza e la competenza , soprattutto , di una Corte d’Appello , della Corte di Cassazione e della Consulta stessa .

Chiunque è in grado di comprendere che una dichiarazione di tale contenuto ( contrarietà al matrimonio tra persone dello stesso sesso ) integra una condotta ben diversa ( senza neppure considerare le ipotesi di violenza o di provocazione alla violenza ) dal compimento di un atto discriminatorio ( o dall’incitamento a commetterlo ) “ fondato sull’omofobia o transfobia “ ( come recita il testo normativo ) , quale quello di licenziare con tale argomentazione ( perché si è appreso essere omosessuale o transessuale ) una persona , o , con riferimento ad una semplice opinione non istigatoria , dall’asserzione che un determinato individuo non va considerato un essere umano a causa delle sue tendenze sessuali .

Certo , nella quotidianità vengono emesse sentenze che lasciano perplessi e che in astratto potrebbero essere avallate da una normativa come quella in questione , che ho già criticato radicalmente per il suo carattere ideologico e a sua volta discriminatorio .

Ma isolate decisioni con quell’assurdo contenuto sarebbero ben possibili anche oggi a prescindere da quella legge , penso ad una condanna per diffamazione .

In buona sostanza , è ben difficile che la Corte Costituzionale , investita del caso , non possa precisare in quei termini la corretta estensione della legge , come rientra nei suoi compiti ( cito come esempio le pronunce della medesima che hanno limitato la portata dell’apologia di reato , nel rispetto della libertà di manifestazione del pensiero ) .

E , in ogni caso , quella decisione di condanna non potrebbe mai superare il secondo e terzo grado di giudizio , così come avvenuto per le azioni giudiziarie che potevano essere ostative al sorgere di movimenti di estrema destra non palesemente razzisti .

In conclusione : condivido le obiezioni sostanziali di fondo sul contenuto della legge ( che io stesso ho sollevato da tempo ) , ma esprimo delle forti perplessità formali sull’opportunità che un’organizzazione che si definisce pro life ( e non tradizionalista o altro ) debba osteggiarla in prima linea , tanto più ricorrendo ad argomentazioni giuridiche infondate ( formulate in spregio ai princìpi generali del nostro ordinamento giuridico , oltreché alle risultanze storiche di questi anni ) sulla portata liberticida generale di quella normativa e tali da produrre effetti disincentivanti sull’impegno dei cattolici nelle battaglie a difesa della Vita .

Non abbiate paura , dunque , come disse qualcuno molto più illustre del sottoscritto , e combattete insieme a noi per la difesa dei più deboli , se possibile senza rintanarvi su posizioni ultraradicali e vagamente propagandistiche ( in quanto inconsistenti sul piano giuridico ) che tanto corrispondono all’immagine caricaturale che i nostri avversari “ abortisti “ vogliono rappresentare di noi , al fine di screditare e mortificare in radice ragioni che si fondano sui princìpi basilari di una qualsiasi società civile, di ogni tempo e luogo , e che si traducono nel riconoscere all’individuo il proprio diritto di nascere .

Pietro Guerini – Presidente nazionale NO194

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IL PARLAMENTO IRLANDESE CONTRO IL SUO POPOLO IN MATERIA DI ABORTO : ANALOGIE ATTUALI CON IL CASO ITALIANO E NECESSITA’ DI UN NUOVO REFERENDUM ABROGATIVO DELLA LEGGE 194

Il Parlamento irlandese ha approvato una legge che consente sì l’aborto solo nel caso in cui la madre sia in pericolo di vita a seguito della gravidanza ( e non sarebbe stata ammissibile in sé estensione a questo caso , visto l’art. 40 della costituzione di quel paese che tutela il diritto di nascita del concepito, con quella sola eccezione ) , ma anche quando c’è il rischio di suicidio della gestante .

Rischio di suicidio che dovrà essere verificato da una commissione di tre medici , pesantemente condizionati dall’astratta eventualità ( in concreto di pressoché impossibile attuazione , trovatemi una donna che si suicida perché incinta ) che ciò si verifichi e non certo disincentivati da una decisione abortista di fronte ai grossi interessi economici che ruotano attorno al drammatico fenomeno dell’interruzione volontaria di gravidanza .

Quale sarà mai la madre che , volendo abortire , non minaccerà il suicidio ?

L’Irlanda passa così dalla posizione di paese più avanzato sul piano della civiltà europea e mondiale ( visto il riconoscimento addirittura costituzionale del diritto alla nascita , in linea con le caratteristiche virtuose di uno straordinario popolo che sull’adesione a quei nobili princìpi generali ha fondato la propria identità e distinzione da un paese vicino particolarmente aggressivo ed in crisi morale che lo ha oppresso per secoli con sanguinosa colonizzazione , che perdura tuttora con l’indebita occupazione di una parte della propria terra ) all’ultimo posto in questa graduatoria , alla pari di diversi paesi europei settentrionali ed orientali .

Ferme restando le possibilità che il testo venga rinviato alla Corte Suprema , che , secondo diritto , lo dovrebbe bloccare per evidente violazione della pronuncia del 1992 di tale organismo , con cui fu stabilito senza aperture che il divieto di aborto sancito costituzionalmente incontrasse la sola eccezione che fosse reale e sostanziale il rischio per la Vita della partoriente , il che è chiaramente da escludersi nella fattispecie del suicidio evocata dal nuovo testo legislativo , e di un successivo referendum , sono evidentissime le analogie con l’attuale situazione italiana .

La classe parlamentare , per adeguarsi alle direttive degli organismi europei , che non hanno alcuna competenza in materia di aborto , essendo essa esclusiva dei singoli stati , recepisce le direttive comunitarie , che sono orientate verso princìpi rigorosamente laicisti e antireligiosi , anche quando tale recepimento sia generico , culturale e non sia per nulla obbligatorio .

Parlo di attuale situazione italiana , perché nel 1978 il nostro parlamento non ebbe certo bisogno di alcuna interferenza estera per approvare la 194 , che , come noto , ha introdotto l’aborto libero nei primi 90 giorni di gravidanza e pressoché libero successivamente .

Ma i tempi sono evidentemente cambiati , come dimostrato dal successo del nostro comitato , che registra oltre 18 000 adesioni nonostante abbia dovuto affrontare opposizioni e censure forti , anche da parte di sedicenti pro life , che rappresentano oggi poco più del 10% degli iscritti ad organizzazioni di area e che costituiscono , in realtà , la prima linea ( sconfitta dalla inesorabile legge dei numeri ) dell’abortismo nazionale , già per il solo fatto di opporsi alla nostra iniziativa referendaria , diretta ad abrogare quella legge .

Il marxismo che dominava il nostro paese oggi alberga solo nelle stanze del potere e della cultura , il popolo , sia pur subendo condizionamenti , tende a maturare la propria opinione in modo autonomo e senza eseguire supinamente le direttive dei partiti , si può lavorare su menti non indottrinate e più libere , possibilmente con argomentazioni razionali e non ispirate al fanatismo .

Chi ritiene nel nostro paese che con manifestazioni di piazza si possa modificare l’orientamento irreversibilmente abortista del parlamento rifletta , se riesce , sul caso estremo irlandese , in cui addirittura parlamentari eletti con il voto cattolico , che avevano garantito in campagna elettorale la fedeltà al princìpio della sacralità della Vita , abbiano tradito la volontà dei loro elettori .

La classe parlamentare è abortista , per i condizionamenti europei e , in Italia come in altri paesi diversi dall’Irlanda , per il timore di assumere posizioni a rischio di impopolarità , peraltro , assai poco diffuse in ambienti privilegiati come quelli dei nostri onorevoli e senatori .

Di qui l’unica via per abrogare le leggi abortiste , quella popolare da perseguire attraverso un referendum , proposto dal nostro comitato .

Non esiste antiabortismo che non sia abrogazionista , non esiste abrogazionismo che non sia referendario .

Una consultazione popolare in Irlanda ridicolizzerebbe quel voto parlamentare , facendo riflettere sul distacco tra paese reale ed istituzioni , con i loro compromessi , interessi e status , anche in quel paese .

Chiunque ritiene che non possa essere legittima la soppressione durante la gravidanza del nostro fratello più debole e indifeso ( se non nel caso di grave pericolo di vita della madre che porti a termine la gravidanza , in linea con l’art. 32 della nostra costituzione , che tutela il diritto alla salute di tutti i nati , anche quindi della gestante , e con l’art. 54 c.p. , che già ammetteva l’aborto in quelle condizioni prima del 1978 e , buon ultimo , con la posizione ufficiale della Chiesa , a partire persino da Pio IX ) aderisca al nostro comitato attraverso il sito www.no194.org , contro gli abortisti ed i loro collaborazionisti .

Pietro Guerini–Presidente nazionale comitato NO194 (www.no194.org)

THE IRISH PARLIAMENT AGAINST HIS PEOPLE ON ABORTION: SIMILARITIES WITH PRESENT THE ITALIAN AND NEED FOR A NEW REFERENDUM REPEAL LAW 194

The Irish Parliament has passed a bill that allows Yes abortion only if the mother is in danger of life as a result of pregnancy (and would not have been admissible in this case extension, having regard to article 40 of the Constitution of that country protecting the birthright of conceived, with the sole exception), but also when there is a suicide risk for pregnant women.

Suicide risk that must be verified by a Committee of three doctors, heavily influenced by the abstract possibility (of almost impossible in practice implementation, Dilip a woman who commits suicide because pregnant) this happening and certainly not inclined to be an abortionist decision in front of big business interests that revolve around the dramatic phenomenon of voluntary termination of pregnancy.

Which will never be the mother who, wanting to have an abortion, do not threaten suicide?

The Ireland passes so the position of the most advanced country in terms of European and world civilization (seen even constitutional recognition of the right to birth, in line with the virtuous characteristics of an extraordinary people that membership to the noble ones general principles he established his own identity and distinction from a neighboring country especially aggressive and moral crisis that has oppressed for centuries with bloody colonization that still lingers with the occupation of a part of their land) in last place in this ranking, like several northern and Eastern European countries.

Without prejudice to the possibility that the text be referred to the Supreme Court, which, according to law, should block for obvious violations of the 1992 decision of that body, which was established without openings that the prohibition of abortion sanctioned constitutionally met except it was real and substantial risk to the life of the pregnant woman, which is clearly excluded in case of suicide evoked by the new legislative text , and a subsequent referendum are very evident analogies with the current situation.

The class member, in order to comply with directives of European organisations, which have no competence on the subject of abortion, since it exclusively of individual States, implementing Community directives, which are oriented towards strictly secularist principles and anti-religious, even when such transposition is generic, and is not at all required.

I talk about the Italian situation, because in 1978 Parliament certainly did not need any foreign interference to endorse 194, which, as noted, has introduced free abortion during the first 90 days of pregnancy and virtually free.

But times have clearly changed, as evidenced by the success of our Committee, which registers more than 18000 members despite having faced strong opposition and complaints, even by self-styled pro life, which today represent just over 10% of the members area and organizations which constitute, in fact, the first line (defeated by the inexorable law of numbers) of national abortismo already, for the mere fact of opposing the referendum, conducted our initiative to repeal that law.

Marxism which dominated our country today is only in rooms of power and culture, the people, even with constraints, tends to ripen their views independently and without run passively party directives, you can work on non-indoctrinated minds and more free, possibly with rational arguments and not inspired by fanaticism.

Those who believe in our country that street demonstrations might reorient abortionist reflects Parliament’s irreversibly, if it succeeds, the extreme case, where even elected MPs with the Catholic vote, which had guaranteed election campaign held loyalty of sacredness of life, have betrayed the will of their constituents.

The class is abortionist, parliamentary for European influences, and in Italy as in other countries other than Ireland, for fear of taking positions at the risk of unpopularity, Furthermore, very little spread in privileged environments such as those of our ladies and senators.

Hence the only way to repeal abortion laws, to be pursued through a popular referendum, proposed by our Committee.

There is antiabortismo that is abrogazionista, there is abrogazionismo which is not legal Secretary.

A referendum in Ireland would make a mockery of the parliamentary vote, reflect on the separation between the real country and institutions, with their compromise, interests and status, even in that country.

Anyone who believes that it cannot be legitimate the suppression during pregnancy of our weaker brother and helpless (except in case of grave danger to the mother’s life leading to end the pregnancy, in line with article 32 of the Constitution, which protects the right to health of all births, even then of the pregnant woman, and with article 54 of the criminal code that allowed abortion in those conditions before 1978 and, not least, with the official position of the Church, starting even from Pius IX) adhere to our Committee through the www.no194.org  site, against abortionists and their collaborators.

Lawyer Peter Guerini – National President NO194 Committee – Italy ( www.no194.org )

First pro life Italian organization with over 85% of the members of the pro life area

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